Ci sono voluti cinque scatti a tutta di Pogacar: 56, 40, 36, 29 e 18 chilometri dal traguardo per andare via e vincere il Giro delle Fiandre 2025. Tadej Pogacar sembrava avere la sindrome del Poggio, quella dei tanti scatti che svuotano le gambe e poi butti via la corsa – se così si può dire.
Sull’Oude Kwaremont Pogacar ha lasciato tutti quanti, compreso quello che sembrava il predestinato, van der Poel che era partito per conquistare il record assoluto delle quattro vittorie alla Ronde. Niente da fare, almeno per quest’anno. Un vantaggio in aumento e con poche speranze, poi il colpo di grazia del Paterberg. E giochi finiti. Pogacar ha demolito van der Poel a furia di scatti e di fatica, quella che era mancata alla Sanremo.
È risorto anche van Aert, consistente come sperava. A sufficienza per recuperare la figura rimediata qualche giorno fa.

La storia di corsa
C’è il momento in cui le acque chete che accompagnano lo scorrere del fiume iniziano ad accelerare, rincorrersi e diventare vortici. Al Giro delle Fiandre del 2025 le rapide sono iniziate a una settantina di chilometri dal traguardo. Nello scorrere lento dei già tanti chilometri precedenti in fuga è scappato via Filippo Ganna che ha recuperato i corridori in fuga dalla mattina e si è trovato in un bel gruppo in avanscoperta con anche i nostri Ballerini e Trentin. Bella mossa per il granatiere della Ineos finalmente con i gradi che gli competono.
Una mossa tattica che ha fatto spremere i compagni di squadra di Pogacar isolandolo più di altre volte e anche van der Poel che si è complicato un po’ le cose con una caduta, un cambio bici e quei casini che quando corri per vincere non ti fanno piacere. Fanno sprecare energie. Ma è la UAE a doversi togliere le castagne dal fuoco, che quando hai un capitano come Pogacar chi vuole darti una mano? Meglio farti consumare tutti i gregari, mica puoi portarlo in carrozza uno così.

Dal Kwaremont e dal Paterberg i protagonisti non si sono potuti più nascondere. È proprio sul secondo muro che è partito bene van der Poel con Pogacar a ruota e poi Pedersen dietro ai corridori in fuga. È la corsa che esplode e si rifà più volte, ma i protagonisti della vigilia vengono fuori. C’è la Visma che risponde alle critiche di questi giorni e se la gioca in maniera praticamente impeccabile per tenere van Aert davanti.
La selezione a questo punto è diventata quasi naturale: Pogacar, van der Poel e Pedersen erano quelli dati favoriti anche dagli scommettitori e sono loro a rimanere da soli a 38 chilometri dall’arrivo.
Ripresi e ancora via. Tatticamente questa Ronde è stata forse la più bella degli ultimi anni, anche per un po’ di companilismo: Ganna, Trentin e Ballerini ci hanno fatto anche un po’ sperare.
Ma Ganna, per dire che c’era, si è vinto la volata, lunghissima, del gruppo.
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