21 mag 2016 – Ci sono tappe strane: entusiasmanti sulla carta, decisamente meno a vederle. Che poi a leggere l’ordine d’arrivo e i distacchi la logica c’è pure. E tanto di cappello ai corridori che l’hanno affrontata e combattuta. Quando ci sono sei Gran Premi della Montagna anche fare la selezione da dietro è da eroi.
Premesso questo però si torna a casa dalle montagne o si spegne la televisione sempre con una sensazione come se mancasse qualcosa.
C’è stata la tappa, lunga e spettacolare, non fosse altro per quei posti incredibili come le Dolomiti sanno essere. Splendida la vittoria di Chaves e peccato per Atapuma. Alla fine c’è stato anche un bello scossone alla classifica generale, ma manca ancora qualcosa. Manca l’impresa, quella che dà un nome a questo Giro facendocelo ricordare così negli anni. Chi può farla?
A questo punto ci si aspetta qualcosa da chi questo Giro sa di non poterlo vincere continuando a correre così, a meno di non star lì ad aspettare una crisi degli avversari sperando di non andarci a sua volta. Non è il massimo per lo spettacolo se si corre così e certo non ci si può aspettare cose molto diverse se i piazzamenti hanno pure un valore importante nel ciclismo di oggi fatto di punteggi e classifiche che danno valore a corridori e squadre. Allora non possiamo biasimare più di tanto i corridori se lo spettacolo è mancato. Che poi spettacolo è anche Valverde che si stacca all’improvviso sull’affondo di Nibali che ne intuisce il momento di difficoltà. Leggere le condizioni dell’avversario guardandolo in faccia o vedendone un difetto nella pedalata fa parte del racconto della corsa. La difesa di Amador oggi come quelle di Jungels ieri sono tutti motivi che danno spessore alla corsa ed è giusto sottolinearli.
Ci manca l’impresa, quella sì. A ogni tappa si parla di possibile impresa ma, onestamente, cosa ci aspettiamo?
Che Nibali attacchi da lontano dando minuti a tutti? Nella sua posizione di classifica non sarebbe una buona mossa. È nelle condizioni di poter provare a vincere limando secondi a ogni tappa: sarebbe follia, allora, cercare un’impresa che potrebbe vederlo pagare poi minuti a tutti.
Chi altro potrebbe provarci?
Guardando la classifica generale e valutando anche la cronoscalata di domani, che potrebbe essere un bel sigillo per il vincitore del Giro, ci si potrebbe aspettare qualcosa proprio da Valverde e Amador. Se si trovassero fuori dal podio della classifica generale nelle prossime tappe un loro attacco da lontanto e tattico potrebbe essere la carta da giocare: il vantaggio di essere in classifica con due corridori è proprio questo. Ma è fantaciclismo per ora.
C’è ancora tutta la crono da goderci domani e poi se ne potrà riparlare. In fondo è anche comprensibile, proprio in vista dell’impegno di domani, che oggi non si sia dato tutto. E i giorni di corsa cominciano ad essere parecchi.
GR