di Maurizio Coccia
Nella percezione del pubblico – ahinoi spesso poco informato – dei ciclosportivi e dei cicloturisti, le selle Selle Smp si sono costruite nel tempo l’immagine di selle perfette per l’uso amatoriale.
Il loro design peculiare e il loro ampio canale di scarico centrale le ha fatte amare soprattutto dai cicloamatori, dai ciclisti non più giovani, in particolare da quelli attenti alle ripercussioni sul sistema urologico cui obbliga la dinamica dello stare a lungo in sella.
Di qui la (pessima) denominazione di “sella antiprostata”, che oltre ad essere un orrore dal punto di vista lessicale (caso mai sarebbe da dire “sella antiprostatite”) non rende certo giustizia a questo modello di sella che nel corso del tempo di è arricchito con modelli e versioni che ne hanno ampliato tantissimo l’offerta.
Anche per questo Selle Smp è diventata nel tempo un marchio apprezzatissimo dai chi in bici corre per professione: i prof della Bardiani-Faizané, sono ad esempio da più stagioni equipaggiati dal marchio padovano.
Per capire come vanno queste selle sentite allora cosa dice Davide Gaburro, lui che con queste selle con il caratteristico profilo a becco d’aquila corre dal 2019: il profilo posteriore rialzato aiuta il corridore veneto a stabilizzare l’assetto e ottimizza la spinta, in particolare quando pedala “da dietro”; da parte sua, la punta all’ingiù migliora la seduta quando si pedala in tutta di sella. Con in più tutta l’ergonomia e il confort di questa linea di selle che come abbiamo visto non è affatto destinata solo ai ciclisti meno giovani.
21 mag 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside