Quella più diffusa era la marcatura cosiddetta “imperiale”, che misurava una gomma in pollici codificandola come una “29”, una “26” e così via. Negli anni recenti è stata utilizzata più che altro per le coperture mtb.
Poi c’era la marcatura chiamata “francese”, che la gomma la misura in millimetri come da “700”, da “650” eccetera, e che diversamente dalla marcatura imperiale è stata più in uso nel mondo “bici da corsa” o al massimo per le coperture da turismo.
In entrambi i casi quei numeri si riferiscono al diametro complessivo dello pneumatico, in entrambi i casi sono corredati anche dalla menzione della larghezza (ad esempio 29×2.2 nel sistema in pollici oppure 700×28 in quello in millimetri) ma in entrambi i casi la definizione del diametro è alquanto approssimativa, nel senso che con quei dati a disposizione è impossibile risalire con precisone a quanto effettivamente una copertura andrà a sviluppare in altezza, quando montata su un determinato cerchio.
L’indicazione in realtà esiste
In realtà, in passato ci pensava una ulteriore nomenclatura della marcatura in pollici a riferirsi specificamente all’altezza: in quel caso, all’indicazione di diametro (approssimativo) e di larghezza, si aggiungeva anche quella dello sviluppo in altezza della gomma: “28 x 1.5/8 x 1.3/8” si poteva ad esempio leggere sulle coperture di tanti anni fa, dove il secondo numero indica propri l’altezza in pollici dello pneumatico.
Non è un caso che anche quel sistema sia stato progressivamente abbandonato, perché il rapporto tra quei numeri era sempre abbastanza approssimativo; era in particolare l’altezza reale a non corrispondere, quando quella misura la si andava effettivamente a misurare con il calibro, magari su cerchi di diversa produzione e/o con pressioni di esercizio diverse.
Semplicita e univocità con l’E.T.R.T.O.
È anche per tutta questa serie di motivi che nel momento in cui l’organizzazione Comunitaria dei produttori di gomme, cerchi e valvole, la E.T.R.T.O., ha deciso di normare la nomenclatura degli pneumatici del settore “ciclo”, ha deciso di escludere il parametro dell’altezza tra i numeri indicati, limitandosi solo alle misure di larghezza e diametro interno dello pneumatico: ad esempio, 37-622, 32-630, eccetera…
È un’indicazione chiara ed univoca, che ha permesso una correlazione precisa con la misura del cerchio, valida sia per il mondo strada o mtb.
Aspetti dimensionali oggi essenziali
Fin qui la situazione di fatto, che a pensarci bene, però, stride con una realtà tecnica dove la definizione dimensionale assume sempre più importanza.
L’esempio lampante ci viene proprio dal mondo “road” che Cyclinside tratta di più: proprio negli ultimi anni, con l’avvento di sistemi ruota “di nuova generazione” (ovvero diffusamente orientati all’aumento dimensionale), abbiamo imparato che lo sviluppo reale in larghezza di uno pneumatico è spesso diverso da quello nominale riportato dalla casa costruttrice. È così sia perché la stessa misura di pneumatico può produrre uno sviluppo (reale) diverso in base alle caratteristiche dimensionali e poi tecniche del cerchio sui cui questo viene installato, sia perché pneumatici della stessa misura, ma di produzione diversa, possono produrre sviluppi diversi in base alle caratteristiche con cui sono stati ingegnerizzati. Non è un caso che alcuni produttori, nelle loro schede tecniche, indicano lo sviluppo reale che quel modello andrà a produrre se montato su un canale di diversa larghezza.

La domanda da farsi
Ci domandiamo allora perché non si debba tornare anche a dare delle indicazioni precise relative all’altezza.
In fondo quest’ultima, anche più della larghezza, è ancor più coinvolta nel definire qualità e caratteristiche tecniche che avrà la gomma quando messa su strada, è ancor più responsabile della capacità che ha lo pneumatico “X” di incamerare aria rispetto a quello “Y”, è ancor più coinvolta nel variare il diametr

o reale che avrà la ruota; e di conseguenza influire nello sviluppo metrico delle moltipliche, quindi nella scelta di questi ultimi.
Ancora, esattamente come la larghezza, l’altezza è essa stessa chiamata in causa nel definire i limiti di tolleranza che i vari telai hanno rispetto alle coperture consentite.

In fondo si tratterrebbe di estendere anche al ciclismo la nomenclatura dimensionale che è standard consolidato nel mondo delle automobili e anche delle moto, dove l’altezza dello pneumatico viene sempre riportata assieme agli altri due parametri che indicano il diametro e la larghezza.
Nel ciclismo no, nel ciclismo i soli parametri riportati sono diametro e larghezza.

Perché? Per rispondere al nostro quesito abbiamo pensato di interpellare direttamente un’azienda, in particolar modo Vittoria, che ci ha risposto per voce del suo Project Manager Tommaso Cappella.
La parola all’azienda
«Partirei da una considerazione che può sembrare banale, misurare la larghezza è più facile, perché la larghezza ha un impatto più immediato, semplicemente perché quando sei sopra la bici apprezzi di più la larghezza che non la forma che la gomma produce. Questo a mio avviso è uno dei motivi per i quali nel ciclismo si è sempre e solo parlato di larghezza degli pneumatici».
Parte da questa considerazione Tommaso Cappella nel rispondere al nostro quesito che effettivamente anche per lui non è inedito: «Avete colto nel segno, l’altezza che sviluppa uno pneumatico è aspetto importantissimo. Quanto questa conti sicuramente lo testimonia il gravel, disciplina che sta ricordando a tutti quanto siano importanti le dimensioni nell’economia di uno pneumatico. In particolare, l’altezza ha ripercussioni sul comportamento che quella gomma avrà su strada e sul diametro effettivamente prodotto. Ma è rispetto alla larghezza è un parametro più difficile da misurare in maniera oggettiva».
Perché?
«Prima di tutto, gli aspetti dimensionali relativi a una eventuale misurazione in altezza riguardano sia lo sviluppo prodotto in millimetri, sia il profilo che produce una determinata gomma».
Ma anche per la larghezza lo sviluppo reale prodotto è in funzione del cerchio sul quale si va a montare quello pneumatico. O no?
«Sì, anche la larghezza cambia. Ma diciamo che per l’altezza le variabili in gioco sono ancora maggiori e una sua definizione oggettiva risulta più difficile. Per fare un esempio: potrei in modo relativamente facile trovare tre gomme diverse la cui sezione reale è la stessa se montate sullo stesso cerchio, ma molto difficilmente profilo e altezza saranno allo stesso modo uguali. Un altro esempio? Non è un caso che sia il mondo delle automobili ad avere l’indicazione dell’altezza nella marcatura, perché in questo caso l’altezza reale dello pneumatico è molto simile a quella nominale, sia che la gomma sia smontata, sia che sia installata e gonfiata sul cerchio. La stessa cosa naturalmente non succede per le bici».
Sono motivazioni sufficienti, queste, per escludere l’altezza nel novero delle variabili dimensionali in gioco quando si progetta una gomma?
«Assolutamente no. A livello interno i nostri progettisti tengono in grande considerazione profilo e sviluppo della gomma che si sta sviluppando, e lo fanno prima di tutto nel rispetto delle normative ISO ed E.T.R.T.O. e delle compatibilità rispetto al cerchio che si andrà ad utilizzare, ma anche rispetto alle caratteristiche che si vuole assegnare a quella gomma. Ma codificare il tutto in termini di parametri da comunicare al pubblico è cosa più complessa».
Rispetto a quali caratteristiche incide l’altezza di uno pneumatico?
«Ancor più della larghezza, l’altezza incide sulla capacità che ha una gomma di incamerare aria, variandone la rigidezza pneumatica, in più influenzandone direttamente la rigidezza strutturale, di conseguenza incidendo sul comfort e su tutti gli aspetti legati alle pressioni di esercizio da utilizzare. Pensando ad alcune discipline come la pista, invece, l’altezza prodotta, e quindi il diametro, ha una incidenza essenziale rispetto ai rapporti che devi scegliere per le varie specialità. Infine, altezza e profilo della gomma incidono in maniera importante sulle caratteristiche aerodinamiche della ruota nel suo insieme e del rapporto tra questa e il telaio sul quale quelle ruote le si andrà a montare. Nello sviluppo dei prodotti da cronometro, infatti, teniamo in grossa considerazione tutti gli aspetti relativi allo spazio che quella determinata gomma lascerà rispetto al telaio lungo tutta la sua circonferenza, non solo in larghezza. Ma ripeto, si tratta di aspetti relativi alla fase progettuale interna».
Potrebbero questi aspetti essere in futuro comunicati al pubblico? Possiamo ipotizzare che un giorno sulle schede dele coperture bici sia riportata l’altezza assieme a diametro e larghezza?
«Sarebbe auspicabile, certo, ma finché non avremo la possibilità di condividere in maniera puntuale tutti i numerosi aspetti relativi ad altezza e profilo preferiamo lasciare queste variabili alla fase progettuale. Di sicuro la cosa migliore che oggi può fare un utente finale è rimanere anche da parte sua nell’ambito delle indicazioni normative rilasciate, in particolare le E.T.R.T.O., sia rispetto alla compatibilità pneumatico canale del cerchio, sia rispetto alle pressioni da utilizzare».