Due grandi gare in cinque giorni. Martedì 16 agosto è in programma la 50esima edizione del GP Capodarco (riservata agli U23). Domenica 21, il 105esimo Giro del Casentino (per U23 e Elite; esattamente 105 edizioni disputate come il Giro d’Italia). Gli organizzatori di entrambe le manifestazioni hanno dovuto invitare i team manager a “scremare” le loro formazioni per restare nei 176 partenti numero massimo previsto dai regolamenti federali. Alla segreteria di Capodarco sono arrivate le richieste di 55 formazioni e “solo” 36 sono state ammesse (tra cui il club ucraino Eurocar Cycling Team e tra gli “esteri” Groupama-Fdj, Tirol KTM, Amical Velo Club, UC Monaco, Radteam Tirol, Velo Club Mendrisio).
Quattro team schiereranno “solo” quattro atleti. Nel 2020 nella cittadina marchigiana vinse l’attuale campione italiano dei professionisti Filippo Zanna, un anno fa invece Simone Raccani, ma segnò il grande ritorno alle gare di Andrea Piccolo.
Il Casentino vanta nell’albo d’oro Coppi, Bartali, Nencini, in tempi meno remoti Riabuschenko e per ultimo Federico Zurlo. Sfogliare gli archivi nel 2022 sa un po’ di naftalina. Le due gare sono molto diverse e non comparabili, valgo la pena di essere vissute entrambe. Capodarco ruota intorno a due circuiti cittadini, quello “’a mmare” e quello paesano, che dalla costa porta fino al borgo medievale, 220 metri di dislivello che ripetuti sei volte fanno la differenza. Gli ultimi 3 km sono in salita con pendenze medie che si aggirano sul 6%. Il finale è sul pavé, caratterizzato da uno strappo di 200 metri con pendenze tra il 15% ed il 18% seguito da una curva che immette sul traguardo in leggera pendenza. Ad organizzare è patron Gazzoli affiancato da Simone Gazzoli, Enrico Mezzabotta, e Adriano Spinozzi nel ruolo di delegato tecnico, ma la gara coinvolge tutta la Comunità di Capodarco. C’è la carovana pubblicitaria che, dice “Lo Spino”, “quest’anno sarà ricchissima, lunga almeno trenta metri”. Ci sono le pin-up girl e il clima gioioso della grande festa. Una grande cerimonia è dedicata alla memoria di Fabio Casartelli e anche quest’anno “ci sarà la moglie Annalisa”. C’è la gente che sosta (e pennica) vicino ai caravan, cuoce gli arrosticini poi offerti ai passanti. Goloserie d’autore. C’è l’attesa del passaggio dei ciclisti in circuito (quello lungo mare e quello “paesano”) che nel ciclismo è un plus, altrimenti non sono tutti pazzi coloro che attendono ore per vedere pochi minuti (spesso secondi) di corsa in formato live.
Il Casentino è diverso, ma non meno intenso e dal divertimento assicurato. Una corsa in linea, che per sua natura tocca più borghi, tutti medievali e alcuni citati da Dante, altri luoghi sacri, come La Verna e il Suo Santuario Francescano. Il Giro del Casentino scende verso la “city” Arezzo e torna verso il Casentino vero, quello che va da Subbiano a Pratovecchio-Stia. La partenza (e arrivo) è da Corsalone, frazioncina a pochi km prima dalla più famosa Bibbiena, ma nel comune altrettanto famoso di Chiusi della Verna. Si segue il fluire dell’Arno, in andata e al ritorno (e i cicloamatori che ne abbiano voglia, da qualche tempo possono pedalare su una pista ciclabile che parte da Pratovecchio e arriverà a Pisa, ma intanto in alto Casentino è fruibile per almeno una trentina di chilometri). Organizza la storica Unione Ciclistica Aretina 1907, e questa edizione della corsa presenta la salita di Sarna (610 metri altitudine dopo 25 km) e la ormai storica salita di Chiusi della Verna (1010 m slm), poi discesa di 25 km fino a Corsalone. Risultato? Difficile vinca uno scalatore.
A Capodarco si mangia pesce, a Corsalone i tortelli di patate alla piastra. Due ragioni in più per chi non ha voglia di stare a casa in questa torrida estate e si dedica al turismo fatto di bici e bravi ragazzi, che tanto fanno divertire senza spesso chiedere nulla.
12 ago 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside