di Luca Magnoni
7 giu 2021 – La partenza da Verona, al fianco hai campioni del calibro di Silvio Martinello e Mario Cipollini, la Granfondo è dedicata al “cannibale” Eddy Merckx: logico che un po’ d’ansia, al via, ci sia in una prova che non è una qualsiasi. Il 6 giugno è un ritorno alla normalità per molti italiani e anche per questa manifestazione che aveva visto l’annullamento dell’edizione 2020 a causa della pandemia.
Una prova importante, oltre ai campioni (e ad alcuni corridori della Bardiani, che corrono con le biciclette di Cipollini, in presenza d’onore) ci sono stati 1.850 iscritti provenienti da 15 nazioni, compresi Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti. Avrebbe dovuto esserci anche il presidente della Federazione Ciclistica Afgana, bloccato in Turchia da un contrattempo.
Molto preciso il protocollo anti COVID al momento del (ben organizzato) ritiro del pacco gara, situato a pochi metri dall’Arena. Un carattere “cittadino”, quello della manifestazione, che ha permesso ai partecipanti di visitare e apprezzare le bellezze di Verona nel sabato pomeriggio precedente la granfondo.
La domenica mattina, poi, erano presenti in griglia l’amministratore delegato di APG (l’azienda a cui Alé fa capo), Alessia Piccolo, e i già detti campioni di ciclismo Mario Cipollini e Silvio Martinello.
La partenza dalla centralissima Piazza Bra è stata data alle 8 in punto da Filippo Rando, assessore allo sport del Comune di Verona.
La granfondo era anche tappa unica per l’assegnazione dei titoli di Campione Europeo Granfondo, e l’importanza della competizione si è sentita fin dalle prime battute, con il tratto inziale in pianura percorso ad una media ben superiore ai 40 all’ora. Ma poi, una volta lasciati passare i corridori “veri”, anche il granfondista medio ha avuto di che divertirsi.
Erano due i tracciati tra cui gli atleti potevano scegliere: la granfondo di 129 chilometri, con un dislivello di 2.600 metri, e la mediofondo di 82 chilometri, con un dislivello di 1.450 metri (noi abbiamo scelto il primo).
Diciamolo chiaramente, l’altimetria sulla carta non rende bene l’idea del percorso, che nonostante un chilometraggio tutto sommato non eccessivo risulta comunque davvero impegnativo per la presenza di praticamente tutto il dislivello nei primi 80 chilometri, con l’eccezione di due brevi discese. Bellissimo però il passaggio dai borghi dei vitigni della Valpolicella alle vette quasi alpine dell’ultima (e interminabile, almeno per le nostre gambe) salita al Passo del Pidocchio a 1.350 metri d’altrezza. Su quest’ultima salita, la presenza di mucche al pascolo, totalmente indifferenti alla nostra fatica, si univa perfettamente alla bellezza dei numerosi paesini attraversati, ai panorami spettacolari sul Monte Baldo, e per un breve tratto anche sul Lago di Garda. Ci sarebbe stato da fermarsi ogni 100 metri per fare una fotografia, ma il meteo purtroppo ha cominciato a volgere al brutto, e poi bisognava pur vederlo questo agognato Passo del Pidocchio!
Ovviamente un dislivello così importante comporta anche alcune lunghe discese, e qui vale la pena spendere due parole per l’organizzazione: davvero esemplare la sicurezza del percorso, con addetti a segnalare incroci e curve pericolose, soprattutto all’interno dei numerosi borghi a volte attraversati a velocità elevate.
In particolare, la discesa sulla SP34c era molto tortuosa, con un asfalto a tratti rovinato ed una sede stradale stretta; il percorso lungo ripeteva questa strada due volte, ma il traffico era opportunamente bloccato (niente auto in salita), e gli addetti segnalavano ogni pericolo.
Il rientro a Verona infine era quasi interamente in lieve discesa, e la granfondo si concludeva sulla salita delle Torricelle, sulla quale sono passati due Campionati Mondiali. Una volta tagliato il traguardo, i ciclisti non più in gara venivano indirizzati verso il meritato pasta party finale (quest’anno a causa della pandemia, il pasta party consisteva in un sacchetto con il pranzo).
Difficile chiedere di più da una manifestazione di questo tipo. L’organizzazione è andata anche oltre le aspettative e ne hanno potuto godere anche i ciclisti che si sono fatti prendere più dal paesaggio e dalle bellezze dei posti attraversati che dall’aspetto agonistico (per la cronaca i vincitori sono stati Fabio Cini ed Emilie Bottini).
Tutte le informazioni sul’evento: https://www.alelamerckx.com