16 ott 2017 – Fino a pochi anni fa le granfondo erano poco più che gare per cicloamatori evoluti. Alla partenza si vedevano solo gambe depilate e facce tese. Pochi sorrisi e tensione a mille. Pronti, via, partenza a tutta, ciclisti che sgomitavano per una posizione in più come neanche al Tour de France e gruppo subito in fila indiana; chi non aveva alle spalle 5.000 km di allenamento o il ritmo per tenere i 40 all’ora fissi dopo pochi chilometri perdeva le ruote del gruppo, veniva ben presto superato dalla macchina del fine corsa e la granfondo se la faceva da solo, con le strade aperte al traffico. All’arrivo un paio di gazebo per il pasta party e finita lì.
Erano manifestazioni pensate apposta per i ciclisti con velleità semiprofessionali e agonisti mancati, ma per tutti gli altri, per i ciclisti normali che incontriamo la domenica sulle nostre strade così come per le loro famiglie, non c’erano alternative a questa formula per loro così poco attraente. E infatti se ne tenevano alla larga.
Ribaltare questa dinamica e trasformare una gara amatoriale in una festa della bici è stata la scommessa della Granfondo Campagnolo Roma fin dalla sua nascita. Giunti alla sesta edizione la scommessa degli organizzatori può dirsi vinta.
Disinnescare la competizione esasperata e aprire a un pubblico più vasto ha richiesto uno sforzo di fantasia nella formula delle classifiche e la rottura della dinamica corsaiola. La classifica si delinea sulla base dei tempi registrati solo nelle salite. Così non c’è bisogno di tirare i 45 all’ora per tutto il tempo, saltare i ristori, né di buttarsi a scapicollo in discesa. È invece un invito a spingere forte sulle salite ma anche a godersi il resto della pedalata in tutta tranquillità, in omaggio alla regola aurea del ciclismo calmo: se vuoi andare forte, cerca di farlo in salita, non in discesa.
La Granfondo Campagnolo è diventata così una festa della bici in cui la “corsa”, coi suoi 125 km, rappresenta solo il momento culminante di una serie di eventi pensati non solo per i ciclisti ma anche per le loro famiglie: la pedalata notturna lungo la pista ciclabile del Tevere, risistemata e illuminata per l’occasione; l’Imperiale, biciclettata per gli amanti del ciclismo eroico d’altri tempi lungo l’Appia antica, forse il percorso più suggestivo che si possa immaginare a Roma; la pedalata In bici ai Castelli, più breve, ma non meno impegnativa; ma Minifondo per i bambini.
E poi il villaggio splendidamente allestito allo stadio delle Terme di Caracalla con decine di stand. Si andava per ritirare il pacco gara e si restava qualche ora insieme a centinaia di altri appassionati, ad ammirare le bici d’epoca o le ultime novità tecniche degli espositori, a prendere un paio di guanti per l’occasione o semplicemente a bere una birra in compagnia in una splendida ottobrata romana. Un enorme bike park è stato messo a disposizione dei bambini, con istruttori a guidare i ragazzi a impratichirsi con le due ruote attraverso un circuito in bici divertente e tecnico. Non c’è probabilmente modo migliore per far amare la bici ai più piccoli.
La risposta è stata stupefacente, una vera festa della bici. Non solo nei numeri (rispetto all’anno scorso la partecipazione femminile è raddoppiata, e dei quasi 7000 partecipanti, un buon 15 per cento è venuto dall’estero apposta per pedalare da noi), ma soprattutto nel clima che si è respirato intorno alla Granfondo Campagnolo per tutti i tre giorni dell’evento. Facce sorridenti, clima rilassato, bambini che giocano. Per tre giorni il villaggio si è riempito di famiglie. A anche la competizione è diventata un aspetto presente ma secondario. La domenica, lungo il percorso si sono viste facce sorridenti, persone rilassate, ciclisti stranieri che salendo sulla panoramica del lago di Albano o sulla salita di Rocca Priora non potevano che fermarsi ad ammirare increduli la bellezza del paesaggio intorno a Roma. Per un lungo weekend si è superata finalmente l’insensatezza di dividere il mondo della bici tra i cicloamatori con le bici da 3000 euro e tutti gli altri. Ciclisti semiprofessionisti e anziani con le bici elettriche, insieme semplicemente per pedalare a Roma, per una volta in tutta sicurezza e con le strade chiuse al traffico, ognuno come può e come preferisce.
Per tre giorni Roma si è riempita di biciclette. Difficile immaginare un weekend più divertente.
Galleria fotografica
Claudio Borgognoni