Una bicicletta più moderna che mai: il Green Road Award lo ribadisce da sette anni e ne è diventato strumento di promozione prima ancora che le necessità della pandemia portassero all’attenzione di tutti l’importanza di ripensare, in meglio, molte abitudini.
E per una volta non stiamo parlando di una bicicletta da oltre diecimila euro ma di utilizzo di uno strumento che sta diventando modo di vita, soluzione di mobilità e ricerca di vacanza.
Quando è nato il Green Road Award, voluto da Viagginbici.com e Ludovica Casellati i tempi erano maturi, per l’Italia, già da parecchio ma certo non si prevedeva il boom attuale.
Il Green Road Award ha decretato, per il 2022, la Ciclovia della Valle del Savio, in Emilia Romagna, vincitrice dell’edizione 2022. Al secondo posto le Strade di Marca della Regione Marche e la ciclabile della Valchiavenna, in Lombardia, al terzo posto.
Sarebbe superficiale, però, ridurre un premio dedicato al cicloturismo a un podio come in una gara ciclistica. Perché dietro a un premio del genere ci sono tanti significati e la classifica, fatta di anno in anno, tiene conto del lavoro svolto nelle diverse regioni e dei risultati ottenuti concretamente.
È per questo motivo che alla Green Road delle Dolomiti, nella Provincia Autonoma di Trento, viene attribuita la Menzione Speciale della Giuria. Il Trentino è una regione che continua a fare da traino per il cicloturismo e le vie verdi e tutte le infrastrutture che ruotano attorno a un sistema che premia in modo importante anche dal punto di vista economico. Infine la menzione speciale di Legambiente alla Regione Puglia premiata per la Ciclovia dell’Ofanto.
Le ciclovie premiate
1. Emilia-Romagna: Il Grand Tour Valle del Savio
Il primo premio è andato all’Emilia-Romagna che ha presentato un progetto che mette insieme pubblico e privato valorizzando il territorio attraverso la bicicletta e un percorso che conta, in totale, 172 chilometri. Una formula “perfetta” frutto di un lavoro certosino fatto sul campo. Ma anche un’idea che può diventare un esempio per altre zone d’Italia (ne avevamo parlato qui). Per chi volesse saperne di più a questo link ci sono tutte le informazione comprese le tracce GPX da scaricare: Valle Savio Bike Hub Grand Tour con tracce GPX scaricabili.
2. Strade di Marca
Sul percorso, strutture ricettive e servizi quali noleggio bici, fontane, ciclofficine, bicigrill, segnaletica permanente e info point.
La scelta della giuria, oltre alla qualità del percorso e delle infrastrutture dedicate, ha voluto premiare la capacità di coinvolgimento degli organizzatori che sono riusciti, partendo da quattro comuni, a coinvolgerne 26 e mettendo i rete oltre 200 servizi dedicati e bike friendly.
Le informazioni con le tracce scaricabili sono qui: https://www.noimarche.it/it/cicloturismo/
3. Ciclabile Valchiavenna
Dal lago di Como alla Val Bregaglia, sul confine svizzero, la Ciclabile della Vlachiavenna comprende 42 chilometri d’asfalto, con poche eccezioni e fa parte della rete Bicitalia n.17 “Ciclovia dell’Adda”, collegata al Sentiero Valtellina e alla Ciclabile del Lago di Como. Numerosi i punti di interscambio con il trasporto pubblico, grazie alle stazioni dei treni lungo la ciclabile e ai pullman con trasporto bici in servizio tra Chiavenna e Splugen e St. Moritz in Svizzera. Lungo il tragitto si trovano aree di sosta, fontane d’acqua, rent a bike, assistenza, colonnine per la ricarica, numerosi ristoranti e agri-bar per golose soste gastronomiche, una segnaletica verticale tutta nuova.
Qui le informazioni sulla ciclabile: https://www.valchiavennabike.it/it/percorsi-ciclabili/ciclabile-valchiavenna/
Menzione Speciale: Green Road delle Dolomiti
Il Trentino, nell’ambito del Green Road Award è un po’ come Alfredo Binda nel ciclismo: rischia di vincere sempre. A livello organizzativo e di servizi è certamente la regione che fa da esempio, forte anche di una esperienza di lungo corso.
Le informazioni si possono trovare qui: https://sites.google.com/provincia.tn.it/italian-green-road-awards-2022/home
Come la Ciclovia dell’Ofanto che si sviluppa all’interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto, a cavallo tra le province di Foggia e BAT (Barletta Andria Trani) e offre servizi bike friendly riassunti in una app scaricabile dal sito e comprendono segnaletica di orientamento e dei punti di interesse storico e naturalistico, assistenza bici, cantine e agriturismi bike friendly aperti al pubblico per degustazioni.
Tavoli di lavoro
A Matera, nello scorso weekend, non c’è stata solo la premiazione delle più belle ciclovie del 2022, ma è stata anche l’occasione, per giornalisti e operatori di settore, di fare il punto sulla situazione del cicloturismo a cominciare dal report di Banca Ifis di cui abbiamo già detto qui a sottolineare come il cicloturismo, ma anche la bicicletta in generale, muovano numeri che non possono essere ignorati.
La bicicletta fa leva anche su un’altra leva: la passione. Termine che rimbalza sull’emozione e può essere intercettato dalla cultura. Una differenza notevole rispetto a qualsiasi altro tipo di turismo. La bicicletta prevede una lentezza intrinseca che significa vivere il territorio in maniera più completa anche quando lo si attraversa solamente e, proprio per questo motivo, diventano importanti i servizi che è il tema su cui sta lavorando proprio la regione Basilicata che ha ospitato, a Matera, la premiazione dell’Italian Green Road Award.
Una rivoluzione che appare eclatante dal lato ecomico (500 miliardi in Europa), come ha osservato Gianluca Santilli dell’Osservatorio Bike Economy, ma che può portare a una rivoluzione davvero importante.
«È una rivoluzione disordinata, come tutte le rivoluzioni – ha sottolineato Sebastiano Venneri di Legambiente – ma con il contributo importante della tecnologia: l’ebike ha resto ciclabili territori che prima non lo erano per la grande massa. Il cicloturismo è un punto di svolta importante per le aree interne italiane e non serve nemmeno l'”hardware” che c’è già, cioè le strade secondarie da sfruttare, occorre, invece il “software”, cioè l’infrastruttura che permetta a queste strade di poter essere utilizzate in bicicletta con il supporto necessario.
«Quello della bicicletta è un turismo del fare, non solo del vedere» ha concluso Venneri.
È andato oltre, dall’alto della sua esperienza, Michil Costa. L’organizzatore della Maratona dles Dolomites era presente agli incontri ed ha allargato il discorso: «Il turismo esperienziale rischia di portare quantità di persone in un posto senza lasciargli niente dentro. Noi vogliamo che l’ospite che viene da noi, quando torna a casa, sia un po’ cambiato. È una missione che ci sentiamo di avere, è come piantare dei semi e lasciare che germoglino. Questo è il modo anche per far capire bene cosa si sta andando a visitare apprezzandone il valore.
«Non esistono cose fatte bene a basso costo, esattamente come avviene per il cibo. Le cose vanno fatte perché si crede in quel che si fa, non per convenienza economica. Così le ciclabili dobbiamo farle per noi prima di tutto e non pensare subito al guadagno economico».
Turismo italiano
La spinta al turismo è più attiva che mai in questo periodo ma è interessante quel che ha riportato Giorgio Palmucci, presidente di Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo.
«Gli italiani, dopo la pandemia, hanno riscoperto l’Italia – ha detto – e il turismo non è stagionale nel nostro Paese ma 365 giorni l’anno.
«Però dobbiamo lavorare molto sulla formazione, perché chi viene nel nostro Paese ha aspettative alte e deve trovare servizi di qualità».
6 giu 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside (GPR)