Non dovrebbe capitare ma capita. Ebbene sì, lo confessiamo, è successo anche a noi ma per fortuna non lontani dalla base come è capitato di recente al povero Valerio Agnoli (che però ha pure più gambe di noi).
I gruppi elettronici sono dotati di batterie che alla lunga si scaricano. Durano anche più di mille chilometri – che per un amatore medio sono anche settimane di uscite – ma a un certo punto si scaricano. Magari prima avvisano pure, cominciano a funzionare male, e allora è meglio impostare un rapporto adeguato, togliendo subito il rapportone che se per tornare a casa ci sono salite impegnative non è raccomandabile farle col 53 o giù di lì.
Insomma, basta ricordarsi di ricaricare almeno una volta a settimana, se si pedala tanto, oppure una volta al mese, se si pedala poco (fatevi i conti) e il problema, semplicemente, si elimina.
D’altra parte siamo abituati ad avere un cellulare che ricarichiamo mediamente una volta al giorno, ma anche il ciclocomputer e altri oggetti di uso comune in bicicletta. Siamo una generazione in cerca di una presa elettrica, prima o poi.
Ma se capita di restare a piedi o si trova a tiro un ciclista dotato di caricabatterie per il proprio gruppo, oppure… si pedala col rapporto che c’è. Un po’ come quando nei gruppi meccanici si rompe il cavetto di comando.
Ma può esserci anche un’altra soluzione. Da utenti di smartphone potremmo avere in tasca un “battery pack” d’emergenza. Senza dire che alcuni smartphone – almeno quelli dotati di batteria extralarge, pochi per la verità – possono fungere da caricatori per altri strumenti. Ecco, può bastare un battery pack per evitare di rimanere col cambio bloccato, almeno per quanto riguarda i sistemi Shimano Di2 e sempre che si abbia l’accortezza di portare con sé l’adattatore, che più che pesante è comunque un ingombro in più. Bastano pochi minuti perché la batteria del Di2 (che non ha effetto memoria) si possa caricare da tornare operativa.
Per chi utilizza uno sram eTap il problema è ancora più facile da risolvere: basta scambiare le batterie tra cambio e deragliatore (praticamente impossibile che si scarichino insieme) e andare col rapporto preferito. Più complesso l’Eps di Campagnolo il cui adattatore richiede una presa di rete o almeno una batteria d’auto. Ma in caso si tema di restare a piedi e non si è fatto in tempo a ricaricare…
Redazione Cyclinside