di Guido P. Rubino
12 mag 2021 – Sembrano fatti apposta per quelle loro biciclette i ciclisti. Puliti, rasati e freschi anche nelle cose a caso. Come la fibra di carbonio, le ruote e il nastro manubrio appena messo sulla bicicletta. Li vedi e senti la distanza rispetto alla tua maglia che perfetta è stata solo tempo fa, prima di metterla in lavatrice tante volte. Ma già prima tirava un po’ qui, un po’ lì. Loro sembrano usciti da una sfilata, anche dopo una giornata di pioggia, la pelle, al massimo, un po’ più rossa.
Che poi li vedi da come passano, si muovono. Girano con quelle biciclette che sembrano state sempre con loro.
Gambe affilate, muscoli lucenti e vene in evidenza, sotto quella pelle che non conosce grasso. Pistoni pronti a esplodere di energia al momento giusto, quando i comuni mortali sarebbero già sfiniti, prima del via passano piano come una Ferrari al box. La ammiri ma sali che la vera bellezza è altra, quando aprirà il gas.
Sfilano, sfuggono, si preparano, ondeggiano padroneggiando l’equilibrio, che differenza già così!
Capisci come possa essere diverso guidare un’automobile tutti i giorni oppure in pista. Loro sanno, loro riescono. Tra un po’ prenderanno velocità folli che vien solo da immaginarle in sella. E loro sembreranno andare piano per quanto saranno composti, eleganti, quindi efficaci. La realtà, poi, ce la racconteranno i numeri, quando sapremo dei cento all’ora, della bicicletta che si inclina il giusto, senza esagerare dove avremmo il terrore di una scivolata infinita.
Benvenuti al Giro, un’altra tappa è pronta a partire.