10 lug 2017 – Pensando al commento di Claudio Chiappucci per radio, che ha criticato la tecnica di guida degli atleti di punta impegnati a giocarsi il Tour de France mi sono venute in mente alcune considerazioni. Sono stato anche io modestamente un ottimo discesista, e anche se non ho avuto occasione di scollinare così avanti sulle salite da professionista per dimostrare le mie doti di guida, ho vinto molte gare nelle categorie giovanili grazie alle mie discese un po’ al limite.
Mentre ascoltavo Chiappucci pensavo su per giù la stessa cosa che ha detto lui: forse sarà stata mancanza di lucidità per la tappa così dura, forse perché si trattava di un finale dove tutti avevano speso molto, fatto sta che i corridori disegnavano traiettorie abbastanza fuori dall’ordinario e sicuramente poco efficaci.
Mi spiace criticare un corridore che si è anche fatto male, ma Porte è caduto in una curva facile, che precedeva una curva molto più difficile. Se non ha fatto nemmeno quella facile, figuriamoci come avrebbe potuto fare quella dopo. Sarà stata una svista, come ha detto un commentatore in tv, ma è caduto anche alle Olimpiadi, e nemmeno nelle fasi calde di gara. Anche Thomas è caduto in curva non troppo tecnica.
Al Giro d’Italia mi sono complimentato per l’efficacia in discesa di Nibali, e poi per lo stile di Dumoulin, che sposta il peso in modo moderno un pochino verso l’esterno della bici, senza arrivare agli eccessi del mountain bike che sarebbero inutili su asfalto. Ma oggi non ho visto nemmeno un corridore provare a bilanciare il peso in modo differente fra una curva veloce ed un tornante.
È vero che è facile parlare dal divano, ma le discese di oggi le ho percorse anch’io in gara, e non si tratta di cose impossibili, anzi penso che in Italia abbiamo ben di “peggio”. L’idea che ne ricavo è che più o meno tutti sono concentrati su misuratori di potenza e tecnologia applicata alle tecniche di allenamento, mentre la discesa viene considerata quasi come un contrattempo. Pochissimi approfondiscono e analizzano un possibile miglioramento in discesa. Il problema è che essere capaci in discesa non è solo questione di velocità, ma anche di sicurezza. E ieri la discesa, ancora una volta, ha fatto più differenza della salita, mandando a casa addirittura due uomini dei piani alti della classifica.
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)