23 mag 2019 – Sembra di ritornare indietro di 20 anni e risentire le polemiche che attirava Cipollini quando faceva razzia di tappe pianeggianti per poi andarsene a casa prima delle salite. Stessi discorsi di allora. Oggi tocca a Viviani ed Ewan. Sempre brutto come allora: è il Campione Italiano a lasciare la corsa.
Brutto ma non privo di logica. Per un velocista si tratta di affrontare 10 giorni di corse in salita cercando solo di arrivare all’arrivo nel tempo massimo. Tanta fatica per nulla. Una corsa di 3 settimane è qualcosa di logorante: non c’è solo la salita, ci sono i trasferimenti, gli orari da rispettare. Vita in hotel. Onorare e rispettare la corsa passa in secondo piano, il rispetto è un qualcosa di antico che forse non esiste più. E con il World Tour gli organizzatori non si possono più permettere di rifiutare Cipollini al via.
Le critiche rimangono e ognuno le vede dal suo punto di vista e dalla sua convenienza, ma forse si poteva fare di più per evitare che accadesse. Il Giro 2019 è ritornato ad una programmazione classica e vecchia. Ha abbandonato totalmente le innovazioni portate negli ultimi anni dalla Vuelta: tappe corte e nervose, dall’inizio alla fine. Siamo tornati alla vecchia prima parte di pianura con tappe 220 km dove i cronisti non sanno più cosa inventarsi per riempire quelle ore di noia. Ieri ancora discussioni sull’utilizzo della radio in corsa e del misuratore di potenza, con i soliti riferimenti a Froome, emblema del potenziometro sulla bici che però a questo Giro non è nemmeno presente.
In questa prima parte di Giro le emozioni sono state date più dalle cadute che non dalla gara in sé. Lo spettacolo con l’uscita di scena di Dumoulin ha perso tanto, e ora perde nuovamente appeal con due velocisti famosi che lasciano. Forse un paio di tappe più leggere da qui alla fine del Giro avrebbero potuto far pensare a Viviani ed Ewan che non c’era solo il rispetto per il Giro a tenerli in gara ma anche la concreta possibilità di vincere ancora una tappa importante.
Non rimane che vedere se hanno ragione gli organizzatori. Forse tutte queste tappe dure consecutive porteranno dei colpi di scena inaspettati quando la fatica si farà sentire. Vedremo. Per ora non possiamo dire di esserci entusiasmati in questa prima parte.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)