di Guido P. Rubino
Lo abbiamo studiato a scuola e, per chi non se lo ricorda, tra le risorse economiche dell’Italia c’è l’industria del turismo, una delle più importanti e, del resto, basta guardare la cartina geografica, come ci suggeriva già la maestra quando c’era il rischio di fare scena muta. L’Italia ha una posizione ideale per il turismo e a essere indecisi basterebbe tirare a caso: difficile rimanere delusi e non centrare qualche bellezza.
Che la mobilità sostenibile fosse legata alla bicicletta era cosa che si sapeva già ma, negli ultimi anni la necessità l’ha messa in evidenza e, ancora di più, c’è stata un’esplosione di voglia di vacanze a pedali che non significano solo biciclette in più ma anche necessità di infrastrutture.
È qui che si colloca la ricerca fatta dall’Università Iulm di Milano e voluta da Repower, società che ha posto la sua attenzione alla mobilità dolce facendo nascere DINAclub, un network di ricarica per e-bike che punta a servire le principali ciclabili italiane (ne avevamo parlato qui).
L’interesse per l’aspetto economico va di pari passo con quello della sostenibiltà. È stato già dimostrato anche da esperienze pratiche come gli investimenti a favore della mobilità ciclistica siano altamente produttivi quando di mezzo c’è il turismo.
Opportunità del PNRR
Lo studio di Repower e Iulm si è focalizzato proprio sull’impatto di questo movimento culturale ed economico “in vista delle opportunità che il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza (PNRR) potrà offrire alle destinazioni che vorranno cambiare il volto della loro accoglienza per una categoria di visitatori che, fra veri e propri turisti in bici e coloro che scelgono la bici per vivere esperienze in loco, rappresenta una fascia sempre più ampia ed economicamente rilevante”. Questo è quanto si legge a conclusione dello studio fatto che diventa una chiave per la ripartenza ecologia del Paese, come ha commentato lo stesso professor Gianni Canova, Rettore dell’Ateneo.
Importanza delle ciclovie
Lo studio realizzato ha messo in evidenza l’importanza delle ciclovie dal punto di vista sociale (per quanto riguarda la salute) ed economico proprio perché vanno a impattare positivamente sul turismo. Chi viaggia in bicicletta ha un interesse notevole per il territorio su cui transita e ne vuole apprezzare la cultura così come le caratteristiche della cucina. Viene da sé che trovare il conforto di servizio all’altezza sia un valore aggiunto molto importante al momento della scelta dei percorsi, e qui entra in gioco il lavoro di Repower che ha studiato le soluzioni per fornire supporto ai cicloviaggiatori in e-bike e non solo.
Lo studio di Iulm e Repower
Il lavoro fatto da Repower con l’università Iulm è partito dall’analisi economica della bicicletta e del cicloturismo prendendo come riferimento anche altri paesi europei evidenziando, appunto, le opportunità di guadagno ma anche di risparmio oltre che l’impatto ambientale favorevole come si può vedere nel grafico qui sotto:
Il decalogo delle ciclovie e le opportunità
Uno dei risultati più interessanti è stata la definizione di un decalogo delle ciclovie che non sono solo le piste ciclabili, ma tutti i percorsi che si adattano naturalmente alla bicicletta e di cui l’Italia è già ricca. Si tratta di percorsi con caratteristiche comuni in grado di garantire al ciclista un livello di sicurezza adeguato. In questa definizione confluiscono tantissimi percorsi anche molto diversi tra loro che possono esser in sede propria o promiscui (quindi non solo dedicati esclusivamente alle biciclette).
Con questa definizione si possono qualificare come “ciclovie” tantissimi chilometri di strade che appaiono “naturalmente ciclabili” proprio perché adatte alle biciclette non solo per fondo stradale ma anche perché poco battute dal traffico veicolare. Partendo da questi punti è facile immaginare quanti percorsi possano essere qualificati come ciclovie con un piccolo sforzo e ottenendo, invece, un grande risultato. Si tratta di opportunità che spesso sono state trascurate ma che ora può risultare estremamente conveniente coglierle.
Le ferrovie dismesse
Si legge nello studio che “In Italia esistono oltre 5000 km di ferrovie dismesse e grazie alla spinta di FIAB iniziati nel 2010, oggi finalmente più di 1000 km sono stati riconvertiti a ciclovie. Recuperare le ciclovie dismesse ha diversi vantaggi: tiene viva la memoria di infrastrutture preesistenti, riqualifica e dà nuova vita al territorio e consente di evitare il consumo di suolo pubblico vergine”.
Ecco quindi nascere i “dieci comandamenti” delle ciclovie che lo studio di Repower e Iulm ha riassunto in questa grafica:
Partendo da questi punti diventa facile individuare le opportunità del proprio territorio e, dal 2015, sono state anche avvalorate dal riconoscimento ufficiale dell’Italian Green Road Award (IGRAW: si veda qui) che premia proprio i percorsi più virtuosi per chi si sposta e viaggia in bicicletta tenendo conto i diversi fattori e anche dell’effettiva messa in opera dei progetti.
La convenienza economica
C’è poco da fare, al di là di tutto è la convenienza economica che innesca molti cambiamenti e, soprattutto, smuove i più restii e disinteressanti al tema della ciclabilità. Di qui la nascita della bikeconomy. La convenienza economica è sia a lungo termine (riduzione dell’inquinamento, miglioramento generale della salute) che immediata: ogni euro investito per realizzare una ciclovia ne restituisce 3,5 al territorio (con eccezioni anche di maggiore convenienza). E tanto più sono collegate tra loro le diverse ciclovie e fanno rete, e tanto più la convenienza cresce perché invoglia l’arrivo dei cicloviaggiatori che portano ricchezza sul territorio da parte di cicloviaggiatori che non sono solo di indole sportiva ma anche pendolari e persone che hanno scelto la bicicletta per spostamenti quotidiani.
In questo contesto le ebike hanno permesso un allargamento molto ampio alla base degli utilizzatori proprio perché possono essere utilizzate da utenti non necessariamente di vocazione sportiva. Risulta quindi molto importante poter fornire e questo tipo di ciclisti il supporto necessario per le loro biciclette per cui è nato anche il progetto di Repower.
Per chi volesse avere maggiori informazioni sullo studio c’è lo spazio web che Repower ha dedicato: https://italiainbici.repower.com
23 mar 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside