23 mar 2o20 – Ma non era possibile andare in bicicletta al lavoro? L’ultimo decreto, quello annunciato sabato (quasi) notte e verbalizzato domenica sera lascia un po’ perplessi: nella confusione di attività aperte/chiuse restano incastrate le officine di riparazione biciclette, mentre restano aperti i riparatori di auto e di motocicli.
Torniamo alla domanda iniziale. Ok, niente attività sportiva, ma avevamo visto, ben supportati, come andare in bicicletta al lavoro fosse, anzi, consigliabile rispetto allo spostarsi su mezzi pubblici diradati e quindi che tendono a raggruppare le persone in maniera decisamente pericolosa in questo momento. Se la bicicletta si rompe, però, non resta che prendere autobus o metropolitane.
Sì, sembra esserci qualcosa che non va. Chi si sposta in bicicletta si trova penalizzato ancora una volta. Certo non immaginiamo una volontarietà da parte del legislatore in questo momento. Sarà una svista, ancora una volta.
Ma si è persa l’ennesima occasione.
La stessa Ancma (l’associazione dei costruttori di ciclo e motociclo) è rimasta perplessa rispetto a questa soluzione pur non avendo ancora commentato ufficialmente.
Confidiamo e speriamo che si aggiusti il tiro nei prossimi giorni,
Redazione Cyclinside
Speriamo che si possa fare qualcosa per questa categoria (che è anche la mia…).
Ho lavorato a ritmi ridottissimi l’ultima settimana di febbraio e ancora meno fino al sette/otto marzo, dopodiché chiusura obbligata.
Considerando anche l’incertezza riguardo alla durata del periodo di restrizioni, la situazione sta diventando sempre più pesante. Affitto del negozio e fatture varie vanno comunque pagate e, senza incassi, non potrò andare avanti a lungo.