29 set 2019 – Prima di catapultarci nel Mondiale dei professionisti, quello di cui, probabilmente, si parlerà per un po’ a prescindere dal risultato ottenuto, vale la pena guardarci indietro e pensare a quanto accaduto finora.
Il Mondiale in Yorkshire è stato surreale per molti versi. Sono accadute cose belle e cose incredibili al contrario della logica, peggio della confusione in cui qualcuno si è trovato per la guida a sinistra.
L’acqua ha caratterizzato molte prove. Le immagini rocambolesche della cronometro Under23 hanno fatto il giro del mondo e allarmato gli organizzatori che si sono accorti, con un po’ di ritardo, che quando piove da quelle parti le corse in bicicletta sono un problema.
A ben vedere, quando si spostò il Mondiale da fine agosto alle porte di ottobre era proprio questo che si temeva. A parte andare a correre in paesi caldi, negli altri del Vecchio Continente, è già autunno, a volte inoltrato. Ma forse non ci avevano pensato (come immaginare che un Giro d’Italia che parte ai primi di maggio finisce con molta probabilità a prendere neve sulle Alpi).
Per noi Italiani ci sono state pure belle soddisfazioni. Quell’oro a cronometro dello Junior Tiberi è stato incredibile. Così come la rottura della pedivella appena sceso dalla pedana. Povero meccanico che dovrà renderne conto. Tiberi, invece, non è stato “povero”. Con la sua forza quella rottura ha esaltato ancora di più la sua vittoria. È andata bene. Benissimo anzi.
A cronometro abbiamo visto anche la favola di Vittoria Bussi. Che non ha vinto niente ma, finalmente, dopo aver conquistato un Record dell’Ora tutto da sola, ha finalmente conquistato anche la maglia azzurra. C’è da lavorare ancora per questa ragazzina di 36 anni che ha un entusiasmo che se la porta via, lei spera, fino a Tokyo 2020. E noi speriamo con lei. A prescindere dal risultato è un bel racconto comunque. Certo, migliorasse un po’ nella posizione potrebbe forse guadagnare un po’ di punti percentuali in termini di prestazione.
Ancora acqua nelle prove in linea. Sfortunate le donne Junior che, nella loro esperienza, hanno rimediato una seria di cadute infinite.
Spettacolo anche negli Under23 quando avevamo appena finito di imprecare alla volata troppo ritardata di Samuele Battistella per ritrovarcelo iridato dopo una squalifica, pure, strana e tutto sommato troppo in ritardo. L’Olandese si è fatto trainare troppo dall’auto e non ci piove (meteo permettendo), ma la volata l’aveva vinta lui e pure bene. Pare che altri abbiano sfruttato ammiraglie e scie in maniera esagerata per rientrare, ma lui ha pescato il jolly di una telecamera piazzata dietro. Bisogna trovare una soluzione univoca e valida per tutti. Che così si finisce per pensare male.
Di rientri clamorosi è fatta la storia del ciclismo. Decidiamo di cambiare? Okay, ma va fatto per bene.
Alla partenza dei professionisti che Mondiale ci aspettiamo?
È una corsa di ricca di talenti e, dopo tanti anni, non si guarda più a Peter Sagan come faro della corsa. Lui la forma ce l’ha e ha lasciato volentieri i riflettori ai talenti emergenti. Attenzione però che è proprio così che ha azzeccato il suo primo Mondiale.
Gli occhi sono puntati su Matheiu Van Der Poel, lo danno favorito perché sembra disegnato per lui il percorso. E se piove ancora di più. L’altro sorvegliato speciale sarà “fenomeno” Evenepoel. Il ragazzino che poteva correre tra gli Under23 ma sfiderà i grandi che lo temono nemmeno poco.
D’altra parte ha già in tasca la medaglia d’argento della cronometro professionisti. Qui potrebbe fare un numero dei suoi oppure spremersi definitivamente. Già, sulla scia di tanto entusiasmo vale la pena ascoltare pure chi si preoccupa che stia già a tutta appena arrivato tra i pro’, col rischio di vederlo appassire a 25 anni.
Punti di vista. E se fosse davvero un nuovo cannibale?
Da spettatori non possiamo che godercelo.
Gli Italiani partono senza i gradi del comando. Non avranno, quindi, la responsabilità di gestire la corsa. Le nostre punte (Trentin su tutti) sono forti anche moltissimo nella giornata giusta. Ma certo non si parte come nazionale favorita. Il mercato, oggi, è questo.
Tatticamente si potrebbe sfruttare la situazione.
Guido P. Rubino