20 lug 2017 – A sentirlo tossire così, Fabio Aru, si spiega tutto. E poi lo confessa con la lucidità che lo ha sempre contraddistinto anche nei dopo tappa più difficili: bronchite. E allora hanno ragione pure a dire quanto sia andato forte. Perché prendere un minuto e un po’ a più di duemila metri di quota debilitati dalla bronchite significa avere davvero una gamba fenomenale.
Sarà pure una giustificazione ma il pugno sul tavolo scende giù rumoroso. E no, lo diciamo chiaro, dopo la vittoria di tappa e quel passo micidiale in salita Fabio Aru ci aveva fatto sperare in altro che non a questo pur favoloso quinto posto nella classifica generale. Ci dobbiamo accontentare e applaudire comunque. Magari storcendo un po’ la bocca per una squadra che ha lasciato Aru da solo anche quando ne avrebbe avuto per stargli vicino. La scelta di oggi è stata chiaramente di provare a far vincere la tappa a Lutsenko piuttosto che difendere il bravo Aru che avrebbe meritato di più.
Il dio del ciclismo ha osservato e punito: Lutsenko ripreso, Aru da solo senza un compagno che avrebbe potuto esserci e fargli risparmiare una trentina di secondi di distacco taglia il traguardo perdendo 1’22” dal vincitore. Spiccioli ma neanche tanto. La classifica vale tantissimo e allora quelle voci che non sono neanche tanto voci sul cambio di squadra di Aru hanno un senso. Non si lascia da solo un corridore così. Tanto più che al Tour, con Aru, non è stato fatto andare il suo addetto stampa: segnali imbarazzanti.
La Sky pure criticata in queste settimane oggi se l’è giocata bene e ha provato a lanciare Landa per la classifica. Ci sta e Froome ha dimostrato di potersi gestire benissimo da solo la situazione. Ma Landa è partito solo al momento giusto, quante tappe avrebbe potuto vincere in questi giorni? Invece ha rispettato il suo ruolo, anche se a fatica.
Tour chiuso? Sì e no. C’è Bardet a 23 secondi che certo non impensierisce Froome, ma Uran ne ha 29 di distacco e la cronometro potrebbe essere adatta pure a lui. Quella di Froome, dopodomani, non sarà certo una prova da controllare e basta, dovrà darci dentro e magari portare a casa la prima vittoria di tappa in questo Tour, che una maglia gialla senza vittorie di tappa non è il massimo. Dovrà andare forte e avere la bicicletta perfetta. Ovviamente resta lui il superfavorito, tanto più dopo la giornata di oggi in cui ha mostrato uno stato di forma davvero notevole.
Lo spettacolo, però, è tutt’altro che finito e meno male. Questo Tour, diciamolo, ne aveva bisogno.
GR