30 apr 2020 – Pubblichiamo qui la domanda del momento che diversi lettori ci stanno rivolgendo. C’è stata un po’ di confusione in rete nell’interpretazione del nuovo DPCM del 26 aprile e nell’errore sono incorsi anche diversi comitati locali di enti sportivi.
A quanto abbiamo potuto vedere nei social si è fatta confusione tra alcune disposizioni (in particolare, partendo da un comunicato ACSI ciclismo) e l’interpretazione letterale del DPCM del 26 aprile 2020. In realtà il centro del problema è una questione meramente burocratica: l’ACSI ha dichiarato che i suoi tesserati possono uscire con la copertura della tessera di affiliazione anche se non hanno ancora rinnovato il certificato medico. Evidentemente gli accordi assicurativi prevedono lo stesso una copertura. La FCI, in seguito, ha risposto che anche l’ACSI, come Ente di Promozione Sportiva, deve comunque adeguarsi alle disposizioni federali per cui questa autorizzazione non sarebbe valida.
Da qui qualcuno si è lanciato nell’interpretazione più globale che “senza tessera sportiva non si può andare in bicicletta” alla riapertura del 4 maggio. Non è affatto così a ben vedere: il DCPM non fa alcun riferimento a normative di questo tipo e certo le federazioni sportiva non hanno potere di legiferare al di sopra del governo. Al più possono applicare norme restrittive per i propri tesserati che potrebbero essere puniti dal punti di vista disciplinare e sportivo (ad es, con una squalifica). Al di là della questione pratica (è giusto che la FCI dia indicazioni più precise a quanto detto in generale dal governo e rivolto a tutti gli sport, ma restano, appunto, indicazioni che non riguardano l’applicazione della legge se non sportiva, appunto) non ci sono certo limitazioni per chi volesse uscire in bicicletta.
Ci aiuta a chiarire la cosa anche l’avvocato Gianluca Santilli (ex organizzatore della Granfondo Campagnolo Roma e con un passato di responsabilità anche nella Federazione Ciclistica Italiana) che specifica:
«[…] Per quanto attiene il caso di specie, pretendere che per pedalare si debba essere tesserati non ha alcun fondamento e tantomeno se ne accenna nel DPCM.
«[…] Consiglio invece vivamente di pedalare in sicurezza e quindi di verificare con cura la propria salute e di sottoscrivere una polizza assicurativa seria che copra ogni possibile incidente».
Il caso, possiamo dirlo, è chiuso.
Poi ricordiamo che in queste ore la FCI sta discutendo, anche chiedendo chiarimenti al governo, sui consigli da adottare per la pratica in sicurezza del ciclismo. Ovviamente vi terremo aggiornati.
Redazione Cyclinside