7 ott 2020 – L’applauso, da spellarsi le mani, va a Filippo Ganna. Gigante nella Terra dei Giganti in Calabria. Ma non era una tappa di salita? Sì, no, forse. Fuga da lontano con Ganna a fare da gregario a Puccio, salita finale con Puccio che si stacca e fuga ripresa quasi totalmente, tranne Ganna che prosegue insieme ai nuovi fuggitivi, gli scattano addosso ma lui è sempre lì a fare l’Indurain. Non scatta ma recupera e non si perde neanche quando rimane con Rubio e De Gent, gente da fuga e da arrivo.
Ma lui agli scatti risponde con un allungo e li lascia lì. Dall’alto dei suoi 195 centimetri di statura e 76 chili di peso. I due si guardano e non si mettono d’accordo, il gruppo torna a un minuto di distacco mentre scendono nebbia e oscurità.
È lo spettacolo che non ti aspetti.
Filippo Ganna trasforma la tappa in una cronometro, anzi in una cronoscalata dove in due chilometri guadagna 20 secondi sul gruppo e 40 sui compagni di fuga e prosegue, passa da solo al GPM e poi giù nella discesa umida da affrontare senza neanche rischiare troppo.
Nel gruppo, dietro, è Nibali a tirare la discesa per mettere in difficoltà la classifica.
Nel finale Ganna si gira, chiede il vantaggio ché la radio non si sente più, ma non c’è nessuno dietro e il gruppo pure, nel finale, si rialza.
Per Ganna diventa una cavalcata trionfale. La tappa è sua, la gloria più che mai. Se la Ineos Granadier voleva riscattare il ritiro di Thomas, a livello mediatico, quest’impresa vale quasi una classifica generale. Roba d’altri tempi.
Classifica immutata intanto, Almeida sempre in maglia rosa. La sorpresa, anche nelle premiazioni, è la maglia azzurra, di miglior scalatore, per Filippo Ganna.
Redazione Cyclinside