di Guido P. Rubino
Prima nota:
Trecentomilioni: 300.000.000 di euro di ecoincentivi che tanto eco non sono perché con la scusa del suffisso “eco” vanno a gettare, letteralmente, benzina sul fuoco. Se ne parla, dovrebbero essere approvati.
Sono trecentomilionidieuro che per spingere sul rinnovamento delle automobili che ce n’è sempre bisogno a quanto pare. Trecentomilioni di euro che non ti sbagli mai, perché se aiutano a rinnovare le auto diminuiscono le emissioni, ma soprattutto aiutano un mercato che ha subito una frenata notevole.
Sono un sacco di soldi, ma forse neanche tantissimi vista l’enormità del mercato dell’auto. Ma come fai a criticarli? Se il settore dell’auto va in crisi rischiano il posto tanti lavoratori. Un aiuto va sempre apprezzato per forza.
Ecco, finisce che l’inghippo è qui. Vuoi vedere che a dire che le auto non servono e sarebbero meglio le bici finisce per passare per quello che non tiene ai posti di lavoro e all’economia di tante famiglie?
Sì, bene più ecologiche, ma sempre auto sono, voluminose, ingombranti, non necessarie per molti spostamenti cittadini.
Seconda nota:
Uno dei candidati come consigliere, nelle liste di Milano, Vittorio Feltri, ha dichiarato apertamente la sua avversità alle ciclabili secondo quanto riportano i quotidiani. Non so dire quanto la candidatura sia “seria” o quanto sia solo una trovata pubblicitaria (il personaggio è noto per frasi a effetto da chiedersi se le pensi veramente – glielo concedo, perché l’alternativa è abbastanza grottesca), ma quel che interessa qui è che l’argomento è populista e punta direttamente alla pancia dei cittadini che vedono le biciclette come un fastidio in più invece che un’auto in meno.
E non è una follia la sua, dal punto di vista politico ha senso: a non volere le ciclabili sono in tanti. Un sondaggio del Corriere della Sera (con tutte le avvertenze del caso in fatto di sondaggi) parla di un abbondante 40 per cento di milanesi che le ciclabili vorrebbero cancellarle dalla città, le vivono come un fastidio.
Attenzione, non leggete questa nota in chiave politica, ma sociale. Una certa politica cavalcherebbe tranquillamente le biciclette se ne avesse convenienza al suo populismo, il problema neanche si pone.
>> Bonus biciclette nel 2021? Non serve
Ma cosa non abbiamo capito, allora, dalle città europee (sì, sempre quelle col clima peggiore che in Italia, per intenderci) che invece le biciclette le promuovono e le fanno aumentare?
Potrebbe essere solo un convogliare dell’odio verso la maleducazione di ciclisti indisciplinati cui si dà una forma social e la si cavalca. Oppure semplice arretratezza culturale (perché qualsiasi indagine porta a evidenziare i vantaggi della ciclabilità in ambito urbano a cominciare proprio dall’aspetto economico). In entrambi i casi c’è da preoccuparsi un bel po’ per questa premura di metterci in fondo alla fila della società civile.
Occhio però a lanciarsi in invettive sterili. Alimentare la competizione tra auto e biciclette nelle nostre città porta esattamente al risultato che non vogliamo nella mobilità urbana, da ciclisti e da civili. Il mondo auto è più forte e più potente. L’unica è lavorare sulla cultura.
10 lug 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside