23 giu 2019 – Raccogliamo e diamo spazio allo sfogo di un amico, un giornalista: Lorenzo Franzetti, che segue da sempre il ciclismo. Quello dei professionisti e anche quello dei più giovani. Nella bottega di famiglia è cresciuto Silvano Contini, ai tempi e, oggi, anche Alessandro Covi, corridore di belle speranze, appena protagonista nel Giro d’Italia Under 23.
Lorenzo però non ci parla di corridori stavolta, ma di educazione, fatti di cronaca, brutti pensieri. Ecco cos’ha scritto su Facebook domenica 23 giugno 2019:
Un fatto accaduto a un ragazzino, mi fa montare la rabbia. Un ragazzo di 16 anni viene investito e urtato da un’auto mentre si sta recando in bicicletta da Angera a Ispra. Nell’impatto finisce a terra tra la strada e un prato. L’automobilista non si ferma a soccorrerlo, lui perde i sensi per qualche istante, forse minuti. Si riprende, barcolla ma si rialza sanguinante ovunque e con la maglietta strappata. A bordo strada prova a rimettere in sesto la bici, con la catena incastrata, finche’ dopo molto tempo ci riesce e prova a ripartire per rientrare a casa. Sono le 15, pieno giorno sulla provinciale, un gran viavai. Nessuno, NESSUNO, si e’ fermato a soccorrerlo. Non tiriamocela troppo su quanto e’ bella la nostra zona, viviamo in un paese che fa schifo, altro che bella Angera. Paese di bestie.
Uno sfogo di rabbia e di spavento. Lorenzo Franzetti i giovani corridori li sente tutti come figli, amici, e lavora molto per il territorio e farlo pedalare. Questa è la sua delusione che certo non lo fermerà. Pensate cosa possa essere per un genitore vedersi tornare a casa un figlio malconcio. Dopo lo spavento e lo scampato pericolo, è pur sempre andata bene, salgono la rabbia, la delusione e la paura di sapere un ragazzo in giro in bicicletta su strade in cui ha perfettamente diritto di pedalare e in cui troppo spesso appare, invece, come un intruso. Uno che se gli capita una cosa “se l’è andata a cercare” se non, addirittura “ben gli sta”. Perché il tono dei commenti social, quando avviene un incidente a un ciclista, è questo.
Invece ci sono da registrare l’atto delinquenziale di chi investe e non presta soccorso, l’inciviltà di chi vede un ragazzo a terra, malconcio e se ne infischia. Italia del Nord, quella che qualcuno tende a pensare “più ciclistica” e manco per niente. Inciviltà e maleducazione sono uniformemente distribuite. Vittima ancora un ciclista, da solo, disciplinato.
Domenica pomeriggio, nella fretta di andare a rilassarsi, qualcuno si è comportato così.
Troppi.
(foto d’archivio)
Guido P. Rubino