di Carlo Simonelli
22 mag 2021
We few, we happy few
We in our fifties.
Ecco, vedi? siamo arrivati. Quelle sono le montagne vere; le salite che abbiamo superato finora sono niente in confronto. Da questo momento, tutto cambia; adesso vedremo quali sono i protagonisti e quali le semplici comparse.
Tutto ciò che è successo finora ha solo un valore incidentale: serviva a portarci fin qui, a generare le condizioni; la rincorsa prima del salto. Ora si fa sul serio.
Ripensi all’entusiamo e alle speranze della partenza e non sai se provare imbarazzo o malinconia per il tuo candore. La strada ti ha cambiato; ciò che prima ti sembrava importante adesso non lo è più e vedi la corsa con occhi diversi. Molti consigli dei veterani, che sul momento hai stentato a capire, adesso ti sembrano ovvietà e ti dài dell’idiota per non averli seguiti quando ancora eri in tempo.
Hai solo una certezza: che non sarà facile. Finora hai giocato di attesa, sei rimasto protetto all’interno del gruppo, lasciando che fossero gli altri ad andare in fuga, ma, così facendo, hai perso l’occasione di vincere quando era ancora relativamente facile. Per riuscirci adesso, dovrai soffire.
Sulle montagne vigono valori diversi sa quelli che contano in pianura. Per esempio, i soldi, qui, non hanno importanza. Money can’t buy you love, come direbbero i Beatles, e non possono nemmeno darti la forza di continuare a spingere anche quando ogni singola fibra muscolare ti implora di fermarti.
Non sono i soldi che ti daranno il coraggio, quando la salita finisce, di lanciarti giù per la discesa “a tomba aperta”, per non perdere il vantaggio che hai così faticosamente guadagnato. Giù, su una striscia di cemento stretta fra la roccia e il vuoto, consumando come meglio puoi tutta la tua energia potenziale; rischiando la vita a ogni tornante, fino a che i tornanti non saranno finiti e comincerà una nuova salita.
Serviranno forza e resistenza, indubbiamente, ma non solo. Conteranno, sulle montagne, tutte le cose che hai fatto finora. La saggezza con cui hai amministrato le tue forze e la costanza con cui ti sei allenato. Gli amici e i nemici che ti sarai meritato, le alleanze che hai stretto, la lealtà dei tuo gregarii, se sarai riuscito a guadagnartela.
È a tutto questo che ripenserai, quando sarai lassu, quando il Mondo sarà fatto solo di freddo e di fatica e l’unico rumore che sentirai sarà il ritmo costante del tuo respiro. In pianura, è facile distrarsi, guardare lontano; in salita, gli occhi guardano appena più in là della tua ruota per non vedere cosa ti aspetta e il cervello pensa a quello che può, con il poco ossigeno di cui dispone.
Fare un bilancio sarà inevitabile, ripensare alle occasioni che hai avuto e a come le avrai sfruttate. Lo hai fatto anche prima, certo: ma è stato facile mentire a te stesso; lassù, però, sarai costretto a essere sincero, perché non avrai più nemmeno la forza di inventare scuse o bugie. Le montagne ti costringeranno a imparare cose che non conoscevi di te stesso; di qualcuna, forse, sarai orgoglioso; di altre, ti vergognerai. Sicuramente dovrai buttar via l’immagine che ti eri fatto di te; lasciartela alle spalle come la pelle di un serpente
Quando le montagne saranno finite e l’ultimo trattto di pianura ti accompagnerà all’arrivo, sarai un uomo diverso e solo se quell’uomo sarà migliore della persona che sei adesso, tutta la fatica che hai fatto avrà avuto un senso.