6 ago 2019 – La scoperta della bicicletta è un percorso affascinante a qualsiasi età. Lo è stato così forte e travolgente anche per Ludovica Casellati.
A dire il vero la brava giornalista, direttrice del magazine Viagginbici.com, la bicicletta la conosceva già, da sempre. Da brava padovana l’ha sempre usata regolarmente appena e dove poteva, anche per andare al lavoro.
Ma l’occasione della riscoperta è stata quella di un viaggio speciale, organizzato con marito e figlio al seguito. Una rivoluzione familiare sotto la voce “vacanza”.
Tanto è bastato per innescare un circolo virtuoso che ha portato l’autrice de “l’A BiCi della felicità” (Sperling & Kupfer, 2019) per non fermarsi più in una scoperta che ha fatto della bicicletta la sua ragione di vita e di benessere quotidiano. Al punto da portarla, tramite la propria testata, a organizzare anche diversi premi a favore della mobilità e della ciclabilità (stimolando comuni e città in una gara di virtuosismi ciclabili che ha già portato diversi risultati interessanti).
Insomma, Ludovica è la dimostrazione che si vuole, si può. E non costa neanche troppa fatica e comunque, anche in un viaggio, l’allenamento viene strada facendo.
Non siete ancora convinti? Allora conviene leggere il suo libro che racconta in maniera divertente e con diversi aneddoti, l’approccio di Ludovica Casellati alla bicicletta. Quello di una persona perfettamente normale e non certo con vocazioni da supereroina.
La Casellati non manca, poi, di dare diversi consigli pratici di avvicinamento alla bicicletta. Per chi pedala già possono rischiare di apparire scontati, ma il lavoro fatto dall’autrice è tutt’altro che scontato e c’è sempre la possibilità di imparare qualcosa, soprattutto per chi si trova a pedalare “con famiglia” (e ci sono tanti consigli per chi ha figli).
Diversi esempi e stimoli per pedalare e di città virtuose dal punto di vista ciclistico in cui viene voglia di pensare a una vacanza o un viaggio in bicicletta.
La Bici della Felicità è il primo libro di Ludovica Casellati. È ben scritto ed è una piacevole compagnia. Soprattutto, arrivati all’ultima pagina e scorrendo e accarezzando la copertina prima di riporlo, c’è un po’ di voglia in più – se mai ce ne fosse bisogno – di uscirsene a pedalare.
Una lettura che ne vale la pena anche solo per questo.
Carmela Tinella