La cronometro a squadre viene posta, solitamente, nei primi giorni di una corsa a tappe per far sì che ogni team abbia più corridori possibili e non si ripercuota nel risultato finale l’eventuale defezione di corridori caduti. Problema che avrebbe conseguenze negative, ovviamente, per il corridore di classifica della squadra. Nella cronometro a squadre tutti i corridori partono assieme e cercano di sfruttare la scia gli uni degli altri in maniera più efficace possibile così da mantenere la media più alta che si può. Il tempo finale viene preso sul quinto corridore al traguardo e assegnato a tutti coloro che hanno tagliato il traguardo insieme. Eventuali corridori staccati avranno il tempo del loro passaggio sul traguardo.
La cronometro a squadre è un gioco tattico e tecnico molto più di una cronometro individuale. Contano i materiali, ovviamente: biciclette aerodinamiche, body, copriscarpe, caschi e tutto quanto possa rendere più filante il corridore all’aria. Ma nel gioco delle scie conta tantissimo anche la tecnica di guida. I corridori devono essere vicini a sufficienza per sfruttare la scia di chi li precede prima che il flusso d’aria si chiuda. Concetto tanto ovvio per chi pedala abitualmente (l’effetto positivo della scia si sente anche pedalando a 30 all’ora, tanto più al di sopra dei 50 chilometri orari – e a cronometro spesso si superano i sessanta all’ora), meno per chi non pedala. Ma basti pensare che nella scia si risparmia anche il 40 per cento di energia rispetto a chi è in testa a tirare.
Per questo motivo è importante che ci sia una perfetta sincronia tra tutti i corridori. Una volta che dà il cambio il corridore che si lascia scivolare in coda lo fa sfiorando i compagni di squadra, restando comunque, in parte, nel cono della scia della squadra e senza perdere troppa velocità così da non dovere fare uno sforzo eccessivo per riaccordarsi.
Anche le posizioni sono definite in anticipo. Per tenere alta la media conviene intervallare un corridore forte a cronometro ad uno meno forte, così che chi è forte possa tirare di più e chi tende ad andare più piano possa fare uno sforzo adeguato senza far perdere velocità eccessivamente al gruppo. A chi ha maggiore potenza è demandata la tirata iniziale, quella che serve a portare il gruppo alla velocità di crociera. Durante la marcia ci potranno essere dei corridori che si staccano, l’importante è rimanere almeno in 5 perché il tempo viene preso sul quinto corridore, per cui non si aspetterà chi ha un problema meccanico (a meno che non sia un corridore di classifica), ma sarà invece obbligatorio aspettarsi quando si dovesse rimanere in cinque.
Interessante, al solito, il video esplicativo preparato da Eurosport che vi proponiamo di seguito. Segnaliamo anche l’articolo correlato su come dare il cambio.
>>> Dare il cambio in bicicletta
Redazione Cyclinside
Riguardo i materiali, ultimamente ha fatto notizia il body, realizzato da Castelli, con le protuberanze. Ai recenti mondiali di atletica, i velocisti degli USA indossavano dei body con la stessa soluzione, presente su una superficie maggiore ma, secondo me, con gli elementi più distanziati.