Ci scrive un lettore con l’eterno dubbio sul gonfiaggio delle gomme della bicicletta:
“Gentile redazione,
Mi capita di avere pareri discordanti con i mei amici sulla pressione giusta delle gomme della bicicletta da corsa e anche degli altri modelli di bicicletta. C’è chi le gonfia di più, chi meno, e ognuno pare avere una sua logica. Come faccio a regolarmi per non sbagliare e usare al meglio la mia bicicletta?
Paolo”
Il lettore, in effetti, mette il dito in quella che le aziende produttrici di gomme considerano una “ferita aperta” perché spesso c’è confusione sulla questione e, ci è capitato di appurare – anche su suggerimento di alcune aziende – che anche tra i ciclisti professionisti la questione sia tutt’altro che risolta.
Troppi tendono infatti a gonfiare le gomme eccessivamente. Tubolari e copertoncini, così come le gomme per mountain bike (visto che si fa accenno anche a tipologie diverse di biciclette rispetto alla bicicletta da corsa) spesso recano nella confezione con cui sono venduti delle indicazioni sulle pressioni di gonfiaggio consigliate. È facile trovare queste indicazioni anche sul lato stesso della gomma e occorre fare caso dove ci sia l’indicazione della pressione massima di gonfiaggio. Si tratta, in questo caso, della pressione indicata come limite di sicurezza per quella gomma, non certo della pressione di riferimento per il funzionamento. Se gonfiate un tubolare a 12 atmosfere – la pressione massima dei modelli top di gamma, più o meno – farete lavorare quella gomma al limite delle sue possibilità: non cederà, ma certo non darà il meglio di sé. Il pneumatico sfrutta proprio l’aria al suo interno per assolvere alle sue funzioni. Se lo si porta ad eccessiva rigidità si perderà quell’elasticità che invece serve.
La funzione della copertura è assorbire anche le asperità del terreno, non le buche, ma quelle microasperità che permettono alla bicicletta di scorrere al meglio. Test effettuati hanno messo facilmente in evidenza come una gomma troppo gonfia tenda a vibrare eccessivamente perdendo in scorrevolezza rispetto a una gomma uguale ma con pressione che le permetta di assorbire la rugosità del terreno. Ancora di più: una gomma troppo gonfia non assorbendo il terreno su cui scorre tende a perdere aderenza: quindi curve da fare più piano per non scivolare. E ogni tanto qualche problema in più lo vediamo capitare anche ad alcuni corridori professionisti che sì, sono dei fenomeni a guidare la bicicletta, ma devono pure essere messi nelle condizioni migliori per sfruttarla al meglio.
La pressione ideale dipende dalle qualità della copertura (e nell’alta gamma la struttura delle gomme permette di mantenere elasticità a pressione più elevata rispetto a coperture più economiche) e anche dalla loro sezione. Una gomma di maggiore dimensione necessiterà di minore pressione rispetto a una copertura più stretta. C’è anche meno rischio che eventuali ostacoli possano deformarla fino a schiacciarla sul cerchio, proprio per la dimensione maggiore.
Fatto tutto questo lungo preambolo, allora, come ci regoliamo?
Partendo certamente dai suggerimenti delle case produttrici e poi dal peso del ciclista, come vediamo in questo schema esemplificativo presente sulla confezione di un copertoncino.
Il peso del ciclista ovviamente inciderà sulla pressione della gomma e sul suo comportamento e occorre tenere anche conto che la copertura deve supportare adeguatamente il peso del ciclista e della bicicletta.
Anche la sensibilità del ciclista può portare alle regolazioni che permettono a ciascuno di personalizzare al meglio il proprio mezzo. Su terreni difficili, strade con pavé o buche, si tenderà a tenere la pressione un po’ più bassa ad esempio, così come in caso di pioggia dove sarà opportuno avere una maggiore superficie di contatto tra battistrada e terreno.
Per spiegazioni più precise vi rimandiamo comunque al nostro articolo dedicato e poi alle singole indicazioni delle varie case produttrici di pneumatici: