Ai tifosi coi capelli bianchi sembra di essere tornati indietro di trent’anni, a quelli più giovani sembrerà di leggere l’ennesima discussione da gossip estivo. E in effetti tutto è partito da un’intervista, sul Corriere della Sera, in cui Francesco Moser parlava dei figli, di Belen “quasi parente” e della sua nuova compagna, Mara Mosole.
Filava tutto liscio finché la giornalista, Candida Morvillo, non ha chiesto allo “sceriffo” della rivalità con Saronni. Poco più di una battuta “lui si sentiva superiore perché veniva dalla città, io dalla campagna” e via con qualche aneddoto, ovviamente a suo favore, su antichi bisticci. Il riferimento alla carriera più corta del rivale, e così via. Temi vecchi, ancora caldi.
Tanto è bastato a Marco Bonarrigo, altro giornalista del Corriere, per andarne a chiedere conto a Giuseppe Saronni. Un po’ come quel “hai sentito cos’ha detto Moser?” che gli veniva sbattuto in faccia dopo il traguardo, coi nervi ancora carichi, a 20 anni, per sentire la risposta e andarla a riferire, a sua volta, al rivale. Un ping pong di dichiarazioni che infervorò il ciclismo a cavallo degli anni ’70-’80 del secolo scorso e che, a suo tempo, ci raccontò lo stesso Saronni (qui l’intervista che gli avevamo fatto).
Solo che Saronni, stavolta, al di là delle dichiarazioni di rito (“il MIO amico Francesco Moser” ha sempre sottolineato negli interventi pubblici e nelle interviste), non è andato per il sottile. E quando il giornalista gli ha chiesto conto di quelle dichiarazioni dell’avversario di un tempo ha sorriso, poi ha sparato a zero, restituendo le battute al mittente, con gli interessi. Parlando di come soffrisse la sua parlantina migliore, del Giro d’Italia vinto grazie alle spinte dei tifosi e, soprattutto, di quella “seconda giovinezza” di Moser grazie alla bicicletta ipertecnologica e alle ricerche mediche di Conconi (per inciso: niente di proibito, al tempo, così come, al loro tempo, erano le “bombe” su cui scherzavano Bartali e Coppi). E infine l’ennesima battuta, perfettamente alla Saronni, tagliente: “compro sempre il suo vino, mi piace tantissimo, ma non credo mi faccia sconti”.
Oggi la terza puntata, sempre sul Corriere, con la replica di Moser che è, soprattutto, un telefono chiuso in faccia al giornalista e l’intento di non parlare più alla stampa. Dentro c’è anche un piccolo, ma neanche troppo, rincaro della dose da parte di un altro ciclista dei tempi: Gianbattista Baronchelli, che torna a parlare delle spinte in salita a favore del trentino.
Insomma, altro che vecchi amici. Avessero l’occasione, tornerebbero a sfidarsi in sella, o in qualsiasi altro contesto. Altro che rivalità moderne con pacche sulle spalle dopo l’arrivo. Dispetti e lingue affilate di una sfida che aveva appassionato l’Italia di allora. E, un po’, anche di oggi.
Francesco Moser: appunti sul ciclismo. Un’intervista da leggere e ascoltare