Il fatto è che è relativamente piccola rispetto agli altri che definiscono una bicicletta; e per di più è anche nascosta dal bacino e dalle cosce che lo avviluppano. Ma di sicuro, se volessimo individuare il componente che negli ultimi dieci anni è cambiato di più rispetto agli altri che compongono la bicicletta, questo è rappresentato dalla sella.
La sella è tendenzialmente diventata più corta e sempre a livello indicativo è cresciuta parecchia in merito alla larghezza posteriore. La presenza di un foro, o talvolta di un “canale” nello scafo è allo stesso modo un elemento sempre più frequente. Per finire, a dare oggi forma e consistenza all’imbottitura sono spesso strutture sintetiche alveolari, realizzate con la stampa 3D.
La sella è cambiata tantissimo rispetto a quel che si vedeva fino a qualche tempo fa. Per accorgersene basta guardare su cosa siedono oggi i corridori del ciclismo su strada, che da sempre rappresentano “laboratorio” e riferimento cui spesso i praticanti amatoriale attingono e copiano.
Ma rimane pur sempre il più soggettivo e personale dei componenti, così come in dieci anni non è certo evoluta la struttura corporea degli atleti che vi vanno a sedere sopra.
A motivare questi cambiamenti sono, insomma i materiali, e la tecnologia a disposizione delle aziende; ma soprattutto sono cambiati anche alcuni riferimenti biomeccanici in funzione di impostazioni geometriche, di stili di condurre la guida e di assetti che sono molto diversi rispetto a quelli del ciclismo di appena una decade fa. Anche questo ha portato la sella ad evolvere, ma sempre nell’ambito di un componente estremamente personale, sulla cui scelta determinati parametri fisici rimangono immodificabili e oggettivi.
In questo video il biomeccanico Massimiliano Sellini ci aiuta a ricordare quali sono. E se possibile ci da una mano anche a dare loro una priorità.