15 apr 2019 – Se fossi stato nei panni di Nils Politt entrando nel velodromo di Roubaix mi sarei messo alla ruota di Gilbert e non mi sarei mosso di lì nemmeno se il belga si fosse messo in mezzo alla pista a fare surplace. Non sarebbe cambiato nulla: Gilbert avrebbe vinto ugualmente, ma Politt ha interpretato la volata come una formalità per ottenere il suo secondo posto. Non c’è stato mezzo tentativo di vittoria, non ci ha provato nemmeno per un secondo.
Probabilmente per questo tedescone di 1,92 per 80 kg arrivare sul podio a Roubaix a 25 anni era già qualcosa di bello e sufficiente per tornare a casa brindando ad un super risultato, che sommato al 5° posto delle Fiandre fa di Politt uno da tenere d’occhio per questo tipo di corse nel futuro.
Ripeto: sarebbe cambiato poco. Ma mettersi in testa permettendo a Gilbert di controllare la volata e portarlo fino all’arrivo in carrozza, non credo sia quello che vorrei dopo aver battagliato per 257 km sulle strade del Nord. E da una stazza fisica simile mi sarei aspettato una bella volata lunga, di potenza. Uno che è stato Campione Nazionale a cronometro in Germania, dove le crono sono una cosa sacra, di potenza dovrebbe averne da vendere. Ed invece ha aspettato che partisse prima Gilbert, dandogli un ulteriore vantaggio. Non solo: la volata è stata cortissima. Il velodromo di Roubaix misura 500 metri al giro, Gilbert è partito ad un quarto dell’ultima curva, quindi presumibilmente ai 200 metri scarsi. Una misura da scattisti, non certo da volata da crono man. Per non mancare di regalare nulla a Gilbert, Politt gli ha lasciato un varco enorme all’ultima curva lasciando infilare il belga all’interno.
Ci lamentiamo spesso in Italia che non cresciamo i nostri giovani in modo completo, specializzandogli fin dalle categorie giovanili. Leggendo il palmares di Politt si intravedono solo tanti risultati a cronometro. Forse se fosse stata presente la pista nel curriculum di questo ragazzo avremmo visto una bella volata avvincente, con Gilbert sempre primo, ma con un impegno diverso.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)