di Maurizio Coccia
La storia recente della tecnologia applicata ai caschi da ciclismo ci parla di migliorie relative ai sistemi di aerazione, ci parla di segmentazione in caschi “aero” e caschi più ventilati; ma soprattutto ci parla di sistemi di sicurezza che hanno elevato il livello di protezione di questo accessorio fondamentale per la pratica a tutti i livelli, e lo hanno fatto con standard strutturati appositamente in base alle precise dinamiche cinetiche che caratterizzano la cadute in bicicletta.
Il sistema di traslazione della forza d’urto brevettato dalla svedese Mips è sicuramente l’esempio più popolare in questo senso; ma allo stesso modo (pur se con meno fortuna in termini commerciali) è stata brevettata la struttura alveolare Koroyd.
Una nuova era per la protezione dei caschi
Da oggi, 30 marzo 2022, ai sistemi soprammenzionati se ne aggiunge un terzo, un sistema proprietario, ideato da un’azienda belga che nel settore dei caschi è leader, che i sistemi di protezione li produce dal lontano 1919, che produce caschi per tutte le tipologie e tutti i livelli di pratica e che – giusto per dirne una – da più stagioni sponsorizza il big team del professionismo Jumbo Visma.
Abbiamo avuto modo di vedere questo casco in anteprima alla Road Bike Connection Spring 2022 di Bike Connection Agency e ve lo presentiamo nel nostro test.
KinetiCore è appunto il nome della tecnologia strutturata dalla Lazer, marchio di proprietà di Shimano: anche questa è finalizzata a gestire nel modo migliore possibile la dinamica delle forze d’urto tipiche delle cadute in bicicletta, quel che orientano la loro direzione in direzione prevalentemente tangente rispetto alla calotta cranica, e anche rispetto all'”emisfero” rappresentato dal casco.
La soluzione scelta da KinetiCore è apparentemente semplice nelle sue fattezze; in realtà proprio nella sua essenzialità questo nuovo standard trova tutti i vantaggi rispetto a tecnologie omologhe; è inoltre il frutto di oltre dieci anni di studi e test condotti da Lazer in sinergia con numerosi poli universitari e di ricerca, partiti – pensate un po’ – dall’intuizione di autovetture con la carrozzeria ammaccata in seguito agli incidenti….
KinetiCore è tecnologia che abbiamo già avuto la fortuna di provare in anteprima con questo casco Lazer Vento che vedete nelle foto e nel video, ma assieme a questo è impiegata da Lazer anche sui suoi nuovi modelli Strada (sempre per il ciclismo da strada), sul Jackal (mtb), sul Cityzen (commuting) e infine sia Nuts e sul Pnut (per il ciclismo “leisure”). Tutti questi modelli saranno identificati con la sigla “KinetiCore”.
Quei bernoccoli che proteggono
KinetiCore promette di dissipare gran parte della forza d’urto che si produce nelle cadute grazie a quella articolata teoria di “bernoccoli” che la scocca in materiale espanso (EPS) del casco integra su buona parte dell’emisfero interno, quello a diretto contatto con il cranio.
Queste sporgenze hanno la funzione di deformarsi, di piegarsi o perché no di rompersi, quando sottoposte al tipico e frequente movimento rotazionale che trasla il casco rispetto al cranio nel momento della caduta. La deformazione strutturale di questi elementi funge appunto da dissipatore di energia.
E lo fa esattamente come accade alle carrozzerie delle autovetture che letteralmente si “accartocciano” dopo un indicente. Semplice, no?
Blocchi di deformazione controllata
Beh, in realtà la forma delle sporgenze è davvero articolata: forma una teoria complessa, frutto di studi approfonditi, in cui ad essere costante è solo l’altezza, circa 5 millimetri.
Le sporgenze hanno infatti forma variabile: parallelepipeda, trapezoidale o vagamente riconducibile a una piramide e sono modellate così proprio perché quella forma è la migliore per dissipare l’eventuale energia d’urto, e farlo in base alla specifica porzione del casco in cui vengono dislocate.
Sono nei fatti delle zone – o meglio dei “blocchi” – di deformazione controllata integrati nell’EPS della calotta, studiati per deformarsi in caso di impatto rotazionale, ma anche di impatto diretto, reindirizzando in questo modo l’energia lontano dal cervello.
Una tecnologia, quattro vantaggi
In pratica, la differenza sostanziale rispetto a sistemi di protezione omologhi presenti sul mercato è che con la KinetiCore la tecnologia è integrata nella calotta stessa del casco, ne fa parte.
I vantaggi in questo senso sono di quattro tipi.
Il primo è quello relativo al miglior processo di ingegnerizzazione: con KinetiCore Lazer è in grado di progettare ogni casco – e ogni calotta – in base alle specifiche di quel modello, senza dover poi aggiungere in un secondo momento un eventuale dispositivo di sicurezza prodotto da un’azienda terza.
Rispetto ad un modello omologo KinetiCore produce inoltre un peso complessivo più basso, sempre vista l’assenza di elementi o dispositivi aggiuntivi rispetto alla calotta.
A migliorare parecchio è poi la ventilazione, sempre perché l’assenza di strati in più sotto la calotta aumenta gli spazi interstiziali e di conseguenza le capacità di canalizzare l’aria proveniente dall’esterno.
Non da ultimi ci sono i vantaggi economici e commerciali, visto che una tecnologia proprietaria ovviamente ad un’azienda costa meno, di conseguenza conduce a prezzi più vantaggiosi, ad un approvvigionamento più agevole e a disponibilità immediata.
La nuova gamma Lazer
Il Vento KinetiCore che abbiamo avuto l’occasione di testare in anteprima è il pinnacolo della linea di caschi Lazer che utilizza la KinetiCore: è un modello di vertice (come testimonia anche il prezzo “importante” di 270 euro), che svetta in una famiglia di caschi in cui ci sono alternative dal prezzo molto più abbordabile, pur se con una destinazione d’uso non prettamente professionale come è il caso di questo Vento KinetiCore.
Nello specifico il Vento KinetiCore appartiene al genere dei caschi “aero”, che nei fatti sostituisce nella gamma Lazer il precedente Bullet 2.0, rispetto al quale rivoluzione il design (oggettivamente più “snello”), abbatte il peso (283 grammi vs 358 in taglia M), migliora l’aerodinamica (+2.3%) e soprattutto le capacitò di ventilazione (+5.4%).
Lo vedremo domenica prossima, 3 aprile, in testa a molti dei “Jumbo Visma” in occasione della mitica Ronde Van Vlandereen, il Giro delle Fiandre. E chissà quanto ancora lo vedremo nel corso della stagione…
I pro che lo preferiscono, continueranno però ad utilizzare anche il Genesis, che è il top di gamma tra i caschi “ventilati” e che – per ora – ancora non si avvale della KinetiCore.
Ulteriori informazioni: Lazer
30 mar 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside