Oltre alla struttura della carcassa, ad avere una influenza notevole sulle caratteristiche del pneumatico è la mescola utilizzata nella realizzazione della gomma.
Mescole di diversa durezza (misurata in shore) determinano un rendimento differente in termini di tenuta e di scorrevolezza.
Queste sono due qualità possono essere considerate, in un certo senso, contrapposte
La gomma più buona nasce dal migliore compromesso tra queste due caratteristiche.
Si parte dal caucciù
E’ il materiale di base per le gomme. E’ di origine naturale per cui la sua produzione ha un limite fisico nella quantità di piantagioni presenti. Tra i maggiori produttori di gomme (non solo per biciclette, ovviamente) c’è chi riesce a coprire buona parte del fabbisogno con le proprie piantagioni.
Perché si possa arrivare alla gomma vera e propria è necessario che il caucciù venga lavorato e reso elastico con il procedimento di vulcanizzazione. Si tratta, sostanzialmente, di un procedimento termico che innesca una reazione chimica in grado di trasformare i legami molecolari del prodotto rendendo la gomma elastica. Tuttavia il composto che si viene a formare non è uniforme e per renderlo tale si deve addizionare un ulteriore componente: il nerofumo.
Nelle gomme più moderne al nerofumo viene sempre più spesso sostituita la silice. Questo materiale permette alle gomme un migliore rendimento in termini di aderenza ma anche una inferiore resistenza al rotolamento.
La resistenza al rotolamento non è data solo dalla rugosità della strada ma anche dagli attriti interni che si sviluppano nella gomma. Le componenti interne, infatti, si muovono tra loro provocando una dispersione di energie (ben visibile nelle gomme per auto che si scaldano sensibilmente).
Diverso è il comportamento della mescola con silice. Il legame della silice con la gomma non è di tipo meccanico ma chimico e si tratta di un legame elastico. Questo comporta una minore quantità di attriti interni e, proprio per l’elasticità, si ha la sicurezza che tutta l’energia assorbita venga, in buona parte, restituita.
Disporre le mescole
Più morbide: maggiore aderenza, più dure: correvolezza migliore, la regola delle mescole è questa. La cosa migliore, allora, si è rivelata utilizzarle tutt’e due, contemporaneamente.
Disponendo nella parte centrale la mescola più dura e nelle zone laterali le mescole più morbide e di maggiore aderenza si ottiene un risultato ottimale in termini di prestazioni.