Voti non assoluti e anche un po’ emotivi, come, in definitiva, è il ciclismo al netto di tanta tecnologia. Oggi si correva pure senza radioline e i corridori, nei momenti cruciali, hanno dovuto prendere le decisioni da soli senza un quadro chiaro di quel che accadeva intorno.
Remco Evenepoel: 10 – Ovvio. Ha corso bene piazzando lo scatto nel momento giusto, sia per andare via da solo, dopo che van Aert aveva contenuto van der Poel, sia per staccare Madouas. Anche se, in entrambi i casi, viene da pensare che avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro momento e sarebbe finita allo stesso modo. Ha messo a tacere tutti (attaccando il telefono in faccia, platealmente, all’arrivo) guidando pure da gran pilota tra le vie di Parigi. Ha sofferto, ha avuto paura per quella foratura. Ma, forse, solo per concedersi lo show di scendere dalla bici sul traguardo. Doppietta storica con la crono. Cosa chiedere di più?
Valentin Madouas: 8 – Ha corso al meglio delle sue possibilità e ha tenuto, per quel che ha potuto, l’esuberanza di Evenepoel. Più di così non poteva fare: argento meritato. Vederlo dietro al belga, cercando di non farsi staccare, a bocca spalancata per cercare aria che non bastava mai ci ha fatto sentire mal di gambe anche a noi. Bravo.
Christophe Laporte: 7 – Doppietta sul podio per la Francia. Ci saremmo aspettati van Aert o van der Poel, ma oggi non ce n’era proprio. I francesi saranno stati pure spinti dalle urla di un pubblico spaziale, ma sono stati bravi.
Mathieu van der Poel: 6 – La sufficienza perché ci ha provato nonostante non ne avesse per fare la differenza. E infatti dopo gli scatti, mai definitivi, è stato sempre ripreso. Per uno che ha fatto il Tour per preparare le Olimpiadi è un po’ poco. Alla fine ha concluso tredicesimo. In totale, una delusione per uno cui la vittoria era quasi data per scontata.
Wout van Aert: 6 – È un combattente e non si tira indietro. È l’unico che ha tenuto van der Poel quando ha provato a fare la differenza. Poi ha controllato, ci ha provato pure. Anche per lui come il suo avversario giurato, la sufficienza per buona volontà.
Elia Viviani: 6 – La sufficienza perché che altro potevamo chiedergli? Schierato per motivi “politici”, il suo obiettivo è la pista, poteva starsene in gruppo finendo con lo staccarsi nella fase cruciale, invece si è fatto una bella fuga dando un senso alla sua presenza: è stata l’unica maglia azzurra che si è vista, riducendo un po’ il risultato negativo della nostra mini nazionale. Finito il suo compito, si è ritirato.
Mads Pedersen: NC – Era messo pure tra i favoriti, praticamente non si è mai visto. C’è da dire che al momento cruciale ha avuto una foratura. Per questo correggiamo il precedente voto negativo in un non classificato.
Alberto Bettiol: 4 – È il voto, generale, dell’Italia su strada in questo momento. Ok che, da Italiani, ci crediamo sempre, ma qualcuno sperava pure nel podio perché quando gli si mettono tutte le cose in fila diventa un fenomeno. È che le cose da mettere in fila forse sono troppe e gli allineamenti planetari capitano troppo di rado.
Luca Mozzato: 3 – c’era? Ce lo conferma solo l’ordine d’arrivo: cinquantesimo.
Ben Healy: 7 – Anche se vince poco è sempre lì a provarci. Mal che vada dà spettacolo e quando pensi sia morto è ancora lì a tenere le ruote dei migliori. Fosse più chirurgico otterrebbe di più. Ma è un attaccante nato. Ci piace così.
Tiesj Benoot: 8 – con uno così in squadra si può osare di tutto. Anche lasciare andare una fuga a un quarto d’ora. Vero pure che quelli in fuga non avevano nelle gambe, quasi nessuno, più di 150 chilometri. Ma intanto Benoot (che fa il gregario giusto perché indossa la stessa maglia dei fenomeni) è una sicurezza.
Julian Alaphilippe: 6: poteva fare di più? L’undicesimo posto è, tutto sommato, più che dignitoso per il corridore che è oggi. È lì e non molla.
Attila Walter: 7 – Praticamente mai visto né sentito. È arrivato quarto perché nel finale è scappato via Laporte, se no finiva pure sul podio. Tanto di cappello.
Parigi: 10 – Non ci aveva fatto impazzire il percorso cittadino un po’ in antitesi con la cronometro, ma ne valeva la pena per lo spettacolo. Oggi Parigi è stata meravigliosa e il pubblico è la lode che porta il punteggio fuori scala. Percorso interamente transennato, pubblico quasi da manuale. Tantissime persone, arrivo scenografico.
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