Non se n’esce: se un ciclista è coinvolto in una caduta, è sempre colpa sua. Il popolo dei social continua a sottolineare questa teoria intrisa di ignoranza, odio, inciviltà e chi più ne ha più ne metta.
I fatti: Luca Chirico, ciclista varesino della Drone Hopper è stato buttato a terra deliberatamente da un automobilista. A quanto racconta lo stesso corridore (un professionista, quindi esperto, a scanso di equivoci) un automobilista lo ha affiancato insultandolo mentre pedalava con un altro corridori in fila indiana (specifichiamo) e in seguito gli ha tagliato la strada frenando di colpo per farlo cadere. Il corridore è riuscito ad evitare l’impatto superando l’auto che ha sterzato con l’intento di buttarlo a terra: missione compiuta e ospedale per il corridore.
Una condotta criminale da parte dall’automobilista che è stato fermato subito – per fortuna – dalle Forze dell’Ordine.
La questione finirebbe qui, nella cronaca – che poteva essere nera – dei giornali locali e di quelli di settore.
Ma quante volte in bicicletta vediamo comportamenti pericolosi da parte degli automobilisti nei confronti dei ciclisti? Da dove viene tutto questo odio?
L’abbiamo detto: da ignoranza, inciviltà… lo abbiamo detto all’inizio. Ma a fare da cassa di risonanza sono purtroppo i social. A commento della notizia, dove la dinamica è lampante e pure ben spiegata, arrivano i commenti degli odiatori seriali, sederino ben saldo davanti ai social, come sulla loro auto (speriamo non le due cose insieme, ma forse ci illudiamo) a spiegare che la colpa è dei ciclisti che non rispettano le regole.
Neanche leggono l’articolo e commentano fuori luogo. Qualcuno lo legge pure (almeno dice, ammesso che l’abbia capito) e commenta lo stesso. Fuori luogo.
La colpa è dei ciclisti perché non vanno sulle ciclabili, perché vanno strade non adatte (dimostrando di non conoscere il codice della strada pur avendo una patente di guida) e perché… sono ciclisti.
E già, torna questa cosa del peccato originale di essere in bicicletta, quindi in torto a prescindere. E ci mettono dentro pure un ragazzo che il ciclista lo fa di professione (almeno a lui non potranno urlare di “andare a lavorare”: lo sta facendo). Gente che dovrebbe tornare a scuola, se mai c’è stata, a imparare la civiltà. O almeno alla scuola guida, per capire che in strada le regole valgono per tutti (sì, anche per i ciclisti, ma quelli indisciplinati sono, anche proporzionalmente, molti meno degli automobilisti che se ne infischiano del Codice della Strada, sostituendogli il loro sentire).
Ora direte: che ti importa di questi imbecilli e ignoranti che commentano sui social senza sapere nemmeno di cosa parlano?
Vi risponderei niente se non fosse che sono proprio questi comportamenti a fomentare l’odio. Col risultato di alimentare odio di gruppo e legittimare i comportamenti di prevaricazione. E quello più stupido, poi, si sente legittimato a passare alle vie di fatto. Come in questo caso.
Ecco, se ragionate tenendo conto di una scala di valori di ragione solo in base al tipo di utente della strada, siete… fuori strada. E forse dovrete documentarvi un po’. Anche solo su quei libri che vi hanno portato a prendere la patente. Ma anche su un libro di educazione civica. Almeno a sapere di cosa si tratta.
E se qualcuno ancora non ha capito come siano andate le cose, ecco il post su facebook del corridore:
Il ciclista è sempre colpevole nella scala dei valori social
3 ago 2022 – Riproduzione riservata
Che dire? La spiegazione si può averla leggendo il saggio scritto da Carlo Cipolla mi sembra negli anni 70 sulla stupidità umana, e all’ epoca non c’erano i social, dunque, pensate voi con questi ultimi come questa si sia moltiplicata. Io sono sia ciclista che runner e quando c’ è stato il lockdown dove i ciclisti erano spariti, tutti questi “fenomeni” non avendo più nessuno su cui scaricare le loro frustrazioni si sono spostati su chi correva a piedi. Poverini non è nemmeno colpa loro, fino a li arrivano…
Se sei un cane hai piu rispetto e tutti i senza palle e le oche mestruate andrebbero a caccia del colpevole per linciarlo. Ma essendo ‘solo’ un essere umano va bene cosí…
Se fai un commento contrario alla propaganda pro-cani vieni segnalato e magari bannato; ma se prometti di investire i ciclisti fb e twitter rispondono che non é contrario alle regole
Poi si parla di ciclabili, ma con gente a piedi che occupa a sua volta tutta la corsia (loro possono), con i bambino, con i cani da una parte e la padrona dall’altra, andare 25 all’ora (che è piano), è molto pericoloso
Un ciclista alla guida della propria autovettura si muove con criterio, sa cosa significa andare in bici sulle nostre strade. Questo insano comportamento nei confronti dei ciclisti nasce innanzitutto da invidia, prevaricazione, vigliaccheria. Già, perché quando siamo numerosi, se ne stanno buoni buoni. La reazione del branco spaventa