Non se ne parla quasi più e del doping tecnologico, i motorini eventualmente nascosti nelle biciclette, sembra quasi calata l’attenzione. Non è così, anche se di episodi ufficiali non ce ne sono stati. L’evento più rilevante è stato quello di una ciclista, nel ciclocross, la belga Van den Driessche scoperta con la bicicletta manomessa. Sono passati anni e, a parte qualche sporadico rubagalline beccato nel mondo amatoriale, il tema sembra essere andato nell’oblio.
In realtà non è così. In occasione delle gare UCI ci sono dei commissari che verificano prima e dopo gara le biciclette scegliendole a caso e poi direttamente dall’ordine di arrivo. C’è da dire che l’UCI, negli anni, non ha affatto abbassato la guardia, anzi, ha innalzato il livello di tecnologia nei controlli diretti ma anche indiretti.
Dove si è arrivati?
È l’UCI che fa il punto della situazione. C’è una squadra dedicata proprio a questo tipo di controlli. Nel 2024, l’UCI ha nominato Nicholas Raudenski, un esperto investigatore criminale, come responsabile della lotta contro le frodi tecnologiche. Questo segna un ulteriore passo avanti nella professionalizzazione delle indagini in questo settore critico. Inoltre, l’UCI ha introdotto un programma di ricompense per incentivare la segnalazione di informazioni utili. Questo programma offre supporto materiale, assistenza finanziaria o premi monetari a chiunque fornisca informazioni decisive per prevenire o scoprire attività fraudolente.
Sempre più difficile, insomma, nascondere eventuali frodi perché, nel caso di manomissioni tecnologiche, è impossibile per il corridore fare tutto da solo (in realtà lo sarebbe anche per il doping chimico, ndr) perché la bicicletta è costantemente sotto le mani del personale della squadra che rischierebbe davvero tantissimo. Possibile che, in tanti anni, non ci sia stata nessuna crepa in un eventuale sistema truffaldino?
Al traguardo di una tappa ciclistica, inizia un processo complesso per esaminare ogni bicicletta. Dopo aver attraversato la linea d’arrivo, le biciclette vengono contrassegnate da accompagnatori e indirizzate in un’area controllata per ispezioni approfondite.
Il processo di controllo tecnologico
Nell’area controllata, le biciclette vengono sottoposte a controlli tecnologici. Il processo inizia con la pesatura delle biciclette, per garantire la conformità ai regolamenti. Successivamente, il tecnico prepara l’attrezzatura per la scansione a raggi X. Questo processo metodico prevede la scansione di ogni bicicletta dalla parte posteriore a quella anteriore, dall’alto verso il basso, adottando angolazioni alternative per rilevare anomalie.
Gli ispettori cercano qualsiasi elemento che si discosti dalla norma, come modifiche, componenti nascosti o altre irregolarità. L’obiettivo è identificare qualsiasi forma di assistenza meccanica che potrebbe dare ai ciclisti un vantaggio sleale.
Le iniziative dell’Uci nella lotta alle frodi tecnologiche
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha implementato diverse iniziative per rafforzare la lotta contro le frodi tecnologiche. Tra queste, l’utilizzo di tecnologie mobili a raggi X e dispositivi di retrodiffusione per ispezionare le biciclette alla ricerca di motori nascosti o altri dispositivi illeciti. Questi strumenti avanzati consentono un controllo più accurato ed efficace, garantendo che eventuali anomalie vengano prontamente rilevate.
Occorre restare al passo con l’innovazione
Il doping meccanico è un bersaglio mobile, poiché la tecnologia continua ad avanzare. Restare al passo richiede un’innovazione continua e un’adattabilità costante. «Non penso che nulla sia impossibile» ha osservato un ispettore, sottolineando l’importanza di rimanere vigili rispetto a nuovi potenziali metodi di frode. Le misure adottate dall’UCI dimostrano l’impegno a mantenere una competizione equa e a tutelare l’integrità del ciclismo professionistico.
Grazie all’esperienza, alla tecnologia all’avanguardia e all’impegno di organizzazioni come l’UCI, la lotta contro il doping meccanico continua a rafforzarsi. Questi sforzi garantiscono che la competizione leale rimanga al centro dello sport, dando ai ciclisti puliti il riconoscimento che meritano e preservando la fiducia dei fan in tutto il mondo.