Parlando di freni a disco e di manutenzione probabilmente penserete subito e solo allo spurgo dell’impianto, ovvero a un’operazione che solitamente non si effettua con frequenza sul mezzo e che peraltro molti demandano al meccanico di fiducia o all’officina specializzata.
In realtà gli impianti frenanti idraulici delle biciclette richiedono anche altre attenzioni che ne garantiscano efficienza e durata, si tratta di operazioni molto semplici quanto importanti, che ciascuno può effettuare personalmente, senza rivolgersi al meccanico. Con la collaborazione di Danilo Loreti (meccanico della Cicli Lazzaretti di Roma e che nelle foto è alle prese con un impianto a disco Shimano) andiamo a vedere quali sono.
Spessore di pastiglie e rotori
Esattamente come i pattini degli impianti frenanti tradizionali anche le pastiglie sono soggette ad un’usura direttamente proporzionale alle condizioni di utilizzo dell’impianto, al peso dell’utilizzatore e alle caratteristiche della pastiglia (organica o metallica, con le prime che si consumano più velocemente).
In qualsiasi caso risulta essenziale verificare con relativa frequenza lo spessore residuo della pastiglia: se questo è inferiore al mezzo millimetro è assolutamente necessaria la sostituzione, perché, oltre a rovinare il rotore, una pastiglia degradata farà scadere nettamente le qualità frenanti. Per verificare lo spessore di una pastiglia è bene rimuoverla dal suo alloggiamento nella pinza e misurarla con il calibro; in realtà anche il semplice colpo d’occhio della pinza (ovviamente priva di ruota) può bastare ad informarci se l’altezza è prossima alla pericolosa soglia minima di mezzo millimetro. Un segnale inequivocabile che le pastiglie sono arrivate al loro limite è quando in frenata producono un certo rumore, che appunto è dovuto all’accoppiamento non più ottimale tra le parti.
Passiamo ai rotori, o se preferite ai “dischi”: pur se in misura proporzionalmente minore alle pastiglie, anche questi si consumano eccome; in questo caso lo spessore limite al di sotto del quale il rotore va necessariamente sostituito è di 1,5 millimetri (in particolare i rotori Shimano, con struttura Ice tech).
Lo spessore va misurato nella zona periferica del disco, dove agiscono le pastiglie. Una raccomandazione importante ogni volta che si sostituisce il rotore è quella di sostituire anche le vecchie pastiglie, perché quelle vecchie potrebbero consumare oltremodo la superficie del nuovo disco. La verifica periodica del rotore riguarda non solo il suo spessore ma anche il colore: se, visto in controluce, il colore metallico lascia intravedere un colore ceruleo, quasi arcobaleno, significa che il disco si è surriscaldato troppo, di conseguenza, le superfici di contatto con le pastiglie sono di conseguenza degradate e anche in questo caso la soluzione migliore sarà la sostituzione del componente.
Pulizia delle pinze
Quando puliscono la bicicletta molti prestano particolare attenzione al telaio e alla trasmissione tralasciando invece componenti altrettanto importanti come i rotori e le pinze, reputando anzi che è meglio evitare di cospargere quelle parti con detergenti aggressivi che potrebbero danneggiarle.
Questo è sbagliato: il nemico numero uno di pinze e rotori sono le sostanze oleose (primi tra tutti i lubrificanti per trasmissione), non certo le sostante detergenti, in special modo i prodotti specifici per dischi e pastiglie.
Da evitare è inoltre il brillantante, che diversamente da quel che credono molti, si deposita nelle porosità del metallo, con il conseguente aumento degli spazi di frenata. I detergenti specifici per rotori rimuovono invece i residui dello sfregamento delle pastiglie e che andrebbero utilizzati anche per pulire le pastiglie. Per le pinze la pulizia è ancora più semplice ma importante: basta un panno e dell’alcol isopropilico (non etilico) per eliminare la polvere e i residui che inevitabilmente tendono a depositarsi sui componenti. Durante la marcia i residui possono finire sulle superfici frenanti e sui pistoncini interni, penalizzando di conseguenza la frenata e, ancora una volta, velocizzando l’usura delle parti.
Il problema dei problemi: il disco fa “zing zing”
Problematica assai frequente degli impianti a disco è il fastidioso rumore che talvolta si sente provenire dall’impianto. Quello dei rumori di un impianto frenate a disco è un argomento complesso, causato da ragioni diverse. Diversi tipi di rumore sottendono differenti cause.
Quasi sempre per ovviare il tutto è sufficiente l’intervento “fai da te”, solo in rari casi serve la mano del meccanico specializzato. Nella casistica dei freni a disco il più comune dei rumori è il fastidioso “zing zing” che talvolta si può sentire quando la pastiglia tocca il rotore nel momento in cui non si stanno azionando le leve freno. Per risolvere il problema si può provare innanzitutto a centrare la posizione della pinza rispetto alle pastiglie, svitando le viti sul supporto pinza e regolando ad occhio la pinza in senso laterale.
Il problema ancora non è stato risolto? Allora potrebbe essere causato dal rotore storto, ad esempio in seguito a una botta: esiste un utensile apposito per raddrizzarlo e avendo a disposizione questo l’operazione è relativamente semplice da effettuare. Se, infine, anche questo intervento non dovesse essere risolutivo, allora significa che il problema è a monte, è nella non perfetta complanarità dei fori del telaio su cui sono destinate ad inserirsi le pinze. In questo caso sarà bene rivolgersi al tecnico specializzato, che con l’apposito utensile rettificherà perfettamente le battute dei fori di fissaggio della pinza. Più raro – ma comunque possibile – è che a non essere rettificato sia il rotore rispetto alla ruota sulla quale è montato, sempre con il risultato che si sentirà “zing zing” quando i freni sono rilasciati: nella fattispecie problemi maggiori problemi li danno i rotori con fissaggio a sei viti sulla ruota, non quelli con l’interfaccia Centerlock di Shimano.
Tutta diversa è invece la casistica dei rumori innescati nel momento in cui i freni sono in funzione: nella maggior parte dei casi rumori di questo genere sono assimilabili a fischi: perlopiù sono originati dalla cattiva manutenzione delle parti di cui abbiamo parlato.
In casi più fortunati il rumore è solo temporaneo, ad esempio quando, dopo un periodo di inattività, le pastiglie hanno assorbito umidità, per questo ai primi contatti con il rotore tendono un po’ a fischiare. Infine, per giustificare il rumore alcuni assegnano la responsabilità al liquido surriscaldato dell’impianto, che tende a dilatarsi e va di conseguenza a spingere sui pistoni: niente di più errato, il surriscaldamento dei componenti di un impianto frenate a disco idraulico (olio, pinze, rotori) come risultato non produce rumori, ma solo il pericoloso effetto di fading, ovvero una inibizione parziale (o peggio totale) delle capacitò di frenata, ma non certo provoca il rumore.
Freni a disco in auto
Trasportare all’interno di un’autovettura una bici “disc” è molto più delicato che farlo con una bici rim brake, in particolare quando si tolgono entrambi le ruote e si alloggia il telaio, reclinato, nel portabagagli. La pressione accidentale sulle leve determina infatti uno spostamento verso l’interno delle pastiglie che poi non avranno più lo spazio necessario per alloggiare il rotore.
In questo caso occorrerà riportare le pastiglie alla esatta interdistanza, aiutandosi con un leva gomme (non con un cacciavite che può danneggiare le pastiglie). Ancora peggio può accadere se la posizione reclinata della bici fa entrare bolle d’aria dal circuito, situazione che obbligherà a effettuare lo spurgo dell’impianto. Per evitare tutti questi inconvenienti la soluzione semplice ma importante è inserire il spessore distanziale in plastica tra le pastiglie. Ancora meglio sarà tenere le leve frenate, aiutandosi con un elastico, in modo da scongiurare qualsiasi possibilità di ingresso di aria nel circuito.