3 lug 2018 – In una domenica con un meteo fantastico è andata in archivio anche la Maratona 32, un numero che sovente, nello sport che conta, porta bene: 32ma era l’edizione più bella, ricca e popolata dell’America’s Cup a Valencia del 2007, 32ma sarà l’edizione 2020 delle olimpiadi in Giappone, che nel ciclismo vedranno il ritorno del Madison in pista (dopo le apparizioni nel 2000, 2004 e 2008) e il debutto del BMX Freestyle.
Quella delle Dolomiti, come dicono anche le statistiche internazionali, è la “classica” delle granfondo internazionali, quella più nota (lo dice PlaySports) e più partecipata come nazioni presenti. Non può avere per ragioni logistiche il record assoluto di partecipanti (quest’anno nell’ordine dei 9.000, con una metà garantita per gli italiani. Fra gli stranieri i più rappresentati ovviamente erano i tedeschi, i britannici, gli olandesi e i danesi), ma ce l’ha ad esempio come rappresentatività delle provincie italiane: 105 su 107 sono presenti. Si tratta di un primato nazionale che batte qualunque altra manifestazione sportiva.
Ci sono numeri grossi come sempre nelle richieste di iscrizione: oltre 32.400 che, nel complesso, portano a 84.703 i ciclisti che dal 2004 a oggi non sono mai stati sorteggiati. Per questa ragione è stato annunciato il rientro del ripescaggio, in modo che si possa avere una certezza di apparizione ogni sei anni. Il sorteggio, sospeso nel 2014, a fronte di questo numeri, diventa quasi un “atto dovuto” per garantire un cambiamento di partecipanti, in modo da offrire la possibilità di conoscere l’Alta Badia e le Dolomiti a nuovi ciclisti.
I passi chiusi per un giorno intero, giro del Sellaronda e del Fodom più il Giau, sono ovviamente la chicca di questo appuntamento annuale, l’essenza di queste giornate dedicate allo sport e al “buon esempio” per la mobilità sulle Alpi. Un evento che offre una notevole sicurezza e una macchina organizzativa fra le migliori al mondo: anche quest’anno, infatti, nessun incidente di rilievo perchè ci sono oltre 1.500 volontari che fanno i miracoli per rendere tutto perfetto non solo il giorno di gara, ma in tutta la “settimana del ciclista” che anima il suo pubblico, dal villaggio a Badia alla zona di arrivo a Corvara, passando per diversi eventi e “tour” con accompagnatori di eccellenza come Maria Canins.
Per dovere di cronaca, la gara “lunga” l’ha vinta di nuovo Tommaso Elettrico, come nel 2017, e Christina Rausch nelle donne. Elettrico non è l’unico in grado di ripetersi: la conquista nella lunga è roba da super specialisti con un “motore” ben consolidato, pertanto riescono nell’impresa di bissare il primato 2017 anche altri ciclisti con pedigree, come gli elvetici Mauro Gianetti nella 138-M6 e Rocco Cattaneo nella 138-M8. Ma quello che più piaceva a molti era la presenza di tanti vip dello sport, non tutti in grado di arrivare in fondo al “lungo” o al “medio”. Molti nomi “forti” dello sport e dello spettacolo italiano infatti figuravano, non però fra i primi classificati, negli sfidanti del percorso “classico”: Elia Viviani, Miguel Indurain, Alessandro Zanardi, Davide Cassani, Paolo Bettini, Manfred e Manuela Mölgg, Dorothea Wierer, Lisa Vitozzi, Dominik Windisch, Federico Pellegrino, Christof Innerhofer, Antonio Rossi, Yuri Chechi, la pluricampionessa di casa Maria Canins e tanti altri. Fra gli “altri” non mancano nomi importanti dell’industria italiana, giornalisti di fama e qualche vip “assoluto”, come Martina Colombari anche se, fra i più graditi, merita menzione Eddie Merckx: il “cannibale” a 73 anni e qualche chilo di troppo non ha pedalato, ma era al via a tirare il grilletto della pistola alle 6.30 per il via della prima griglia da La Villa.
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Alex D’Agosta
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