8 lug 2017 – Ogni anno Michil Costa genera sicuramente invidie per la capacità, la fortuna, il buon senso e la poesia che mette dentro alla Maratona dies Dolomites, un grande evento che non può altro che continuare ad apparire, ma anche ad essere forse il più piacevole per i partecipanti e le loro famiglie nello scenario europeo del ciclismo amatoriale.
UNA VERA FESTA, CON TANTE NEW ENTRY E DONNE
La Maratona è infatti prima di tutto una grandissima festa, riuscita benissimo anche nel 2017 grazie alla benevolenza di Giove Pluvio che, seppur presente in valle per tutta la settimana, ha graziato gli oltre 9.500 iscritti da ben 76 Paesi proprio nel gran giorno, con poche defezioni limitate alla paura delle basse temperature ma non a un pericolo di avere a che fare con discese umide. E fermo restando la quota del 50% di italiani e 50% di stranieri, nel 2017 si sono contati 3.500 esordienti e oltre 1.000 donne. Ne abbiamo incontrata anche una araba, forse la prima in assoluto in questo evento: era al seguito di sua altezza Sheikh Mohammed bin Khalifa Al Khalifa, co-proprietario del Team Bahrain Merida, e per quanto poco conti soprattutto sul percorso “classico”, ha staccato non poco altre celebrities dello stesso sesso, inclusa la signora Wiggins che la sua Maratona l’ha fatta al fianco di Carla Pinarello, a cavallo di una splendida quanto inconfondibile Dogma F10 tutta rosa.
«Sono già 31 anni di successi – spiega Costa -, poi è da capire cosa significa successo. Per me è il benessere della persona, per gli operatori turistici è il profitto. Se uniamo queste due cose andiamo incontro a un bilancio positivo dell’economia del bene comune che si ripercuote sul territorio e sulle persone che vivono intorno al gruppo del Sella. Per questo riusciamo a dialogare bene con i colleghi fassani, gardenesi e ampezzani. È una grande squadra da oltre 1500 volontari che si contamina con tanti idee e innovazioni».
LA CHIUSURA DELLE STRADE
E se l’evento di per sé marcia bene, perché vanta un bilancio superiore ai 2 milioni di euro e un indotto per il comprensorio da oltre 11, quello che è stato fatto quest’anno per agevolare lo sviluppo ciclistico e il rispetto per le montagne, in pieno rispetto con l’Amur, il tema dell’anno (l’amore, in ladino) è quanto più esemplare per qualunque regione turistica al mondo. «Con il villaggio arriveremo a una settimana e forse anche più – continua Costa – ma presto, auspicabilmente entro due anni, ci sarà “un’estate del ciclista”, con tutti i passi che verranno chiusi tutti i giorni di tutta la stagione». E se lo dice lui, c’è da crederci. Perché non è solo un Re quando è in grado di far atterrare Matteo Marzotto in elicottero, indeciso fino all’ultimo se partecipare. Costa è speciale quando convince tutti i sindaci e prefetti limitrofi ad estendere uno dei “segreti” più importanti di questo evento, che è la chiusura totale di questi celebri passi: cosa che è stata fatta, con configurazioni differenti, per ben tre volte nelle ultime settimane e con grande partecipazione. Con il Dolomites Bike Day alla prima edizione si sono ritrovati in 5.000 domenica 18 giugno a fare il giro “Fodom” (Campolongo-Falzarego-Valparola) con le strade chiuse e tanta gioia per il buon tempo. Meno bene per il meteo (comunque la gente era presente e ha “girato” già il sabato) una settimana dopo per il Sellaronda Bike Day, che non ha potuto neanche sognare i 22.000 partecipanti del 2016 causa pioggia per buona parte della giornata, ma è stato comunque tanto gradito lo stesso da convincere gli organizzatori a sufficienza per “restare” proprio lì, una settimana prima della Maratona, a fine giugno. Dopo queste tre domeniche inibite al traffico, la ciliegina sulla torta è una novità perfino superiore: si tratta della chiusura del Sella per nove mercoledì di luglio e agosto in orario diurno. Un vero e proprio “collaudo” per quanto ha sempre spiegato il deus ex machina della Maratona: le montagne bisogna rispettarle e farle godere alla gente in pace, per questo inibire il traffico veicolare, eccetto mezzi pubblici, elettrici e bici, sarà un’ulteriore leva per portare un turismo più compatibile con il delicato equilibrio ambientale delle Dolomiti. Le moto, le auto, i pullman, dovranno quindi via via sempre più regolarsi per raggiungere le destinazioni desiderate di buon mattino, ma senza essere più i protagonisti di questi gioielli di montagne che meritano di non vedere più sovraccarichi di passaggi veicolari.
LE BICI TOTALI PROTAGONISTE
la ricetta di distribuire gli eventi della Maratona su diverse località vede la sua massima espressione con il “villaggio” di San Leonardo in Badia, un appuntamento che certo non si limita più al ritiro mordi e fuggi del pettorale-pacco gara, ma ogni anno offre sempre più buoni motivi per restare e godere delle iniziative degli sponsor, con esposizioni, omaggi, giochi, concorsi e intrattenimenti dedicati a ogni membro della famiglia, di giorno il venerdì e il sabato e anche la sera del giovedì, quando si contano la maggior parte degli arrivi in valle. Ma l’atmosfera più surreale è quella del sabato mattina a Corvara: non è la solita di un paese di montagna che pulsa di turismo, perché a colpo d’occhio qualcosa è davvero diverso. Le strade sono aperte, il traffico è lento e le bici superano numericamente le auto senza creare scompiglio o nervosismo. Il rispetto che c’è a Corvara per il ciclista nella mattinata di sabato è sorprendente anche per chi proviene da Paesi più a nord dell’Italia: d’altra parte ci sono più bici che auto in circolazione, perché tanti vanno “almeno” a provare il Campolongo o a fare un giro anche più lungo con parenti, amici o in gruppo. E poi perché tutti sanno che c’è la Maratona for Kids – Sportful, una gara non competitiva per bambini dai 6 ai 12 anni di età (con ampie deroghe a patto di non usare le rotelle) che è diventata un “must” per chi porta la famiglia e non dimentica di far divertire i propri pargoli senza correre rischi, in un’occasione bella e gioiosa che ricorderanno per sempre, proprio come quella dei “grandi” del giorno successivo.
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Alex D’Agosta
Twitter: @alexdagosta