6 feb 2019 – Un cambiamento forte, ma anche il segno di un’epoca di trasformazioni per la bicicletta e la mountain bike, anche stavolta, fa da apripista per una nuova filosofia.
Se dite e-bike in mezzo a un gruppo di ciclisti la maggioranza storcerà la bocca. Forse è anche naturale: se ce la faccio con le mie forze che me ne faccio del motore? Da qui la visione delle biciclette elettriche come un qualcosa di inutile. Peggio: inquinante della purezza della bicicletta nella sua essenza. Ancora di più: un tradimento.
E allora pensate a un corridore come Marco Aurelio Fontana, uno che in sella a una mountain bike si è giocato le Olimpiadi (Londra, 2012), un corridore che ha deciso di smettere con l’agonismo ma non con il pedalare, magari guardando avanti a nuovi progetti.
«È stata una strada lunga quella che ho percorso – ha detto ieri ai suoi fan accorsi a Milano per salutare un nuovo annuncio – ma è il momento di pensare ad altro, anzi, a un progetto che nasce da molto lontano. Prima nella testa, poi ho cominciato a prendere appunti. Li ho riletti, ho meditato e alla fine ho preso una decisione. Ora diventa realtà».
Fontana, dispetto di una disciplina che è fatta di improvvisazione nell’interpretare la corsa e il fondo stradale, è uno che ragiona sulle cose. Non vuole smettere di correre ma vuole provare altro: «Le gare mi hanno sempre attratto in modo fortissimo e non smetterò certo di disputarle adesso, solo che il mio focus sarà spostato su competizioni più gravity e principalmente “E” senza trascurare quella che è la mia storia, il cross country. Correrò la serie E-Enduro e parteciperò ad alcune tappe del WES e della E-EWR andando a sviluppare il prodotto e ad aiutare queste serie a crescere visto che ci sono tante cose nuove a partire dai regolamenti»
Il fortissimo biker azzurro ha alle spalle 23 stagioni, 13 titoli nazionali, 3 campionati del mondo team relay, un campionato europeo team relay, due medaglie di bronzo europee, un bronzo mondiale e uno olimpico, innumerevoli edizioni di Coppa del mondo e 3 Olimpiadi disputate.
Per stare vicino alla community ha studiato, in collaborazione con RedBull.com, le Social Ride. «Condividere la bici assieme ad altri riders resta fondamentale. Andrò alla ricerca di posti, luoghi, trails su cui girare in bici. Trovato il sentiero che più mi piace inviterò gli appassionati a pedalare insieme. Toccherò il Mondo della UCI World Cup in occasione della tappa italiana in Val di Sole, monterò in moto con gli amici di Deus e viaggerò per gli eventi più cool e interessanti del panorama bici e non solo».
Una scommessa: dimostrare che l’e-bike non è passeggiare, ma uno sport vero e proprio. Dove la fatica non manca e a dispetti troppi che criticano senza conoscere a fondo.
Sentiremo parlare ancora parecchio di lui. C’è da scommetterci.
Redazione Cyclinside