Siamo nel pieno del Ciclocross. Oggi ci sono state le prove femminili, Under 23 ed Elite, domani è la volta dei paricategoria uomini. Il terreno è umido e ghiacciato, neve nei punti meno battuti ma comunque condizioni difficili in cui è facile scivolare e restare in sella senza mettere il piede a terra, o peggio, è spesso roba da funamboli. E allora come ci si regola?
Nel video diffuso dall’Unione Ciclistica Internazionale parlano Sven Nys ex campionissimo belga della specialità (è presentato direttamente come “leggenda”) ed Helen Wyman, atleta inglese ma anche membro della commissione tecnica UCI.
Bicicletta a punto e scelta dei materiali sono fattori importantissimi. La tecnologia del ciclocross deriva direttamente da quella della mountain bike, afferma all’inizio del video Peter Van Den Abeele dell’UCI, al tempo spesso gode dei benefici della ricerca effettuata sulle biciclette da corsa stradali.
L’importanza, in particolare nelle gare di questi giorni, è data alle coperture e dal loro battistrada. Qui l’importanza rispetto all’asfalto è decisamente più elevata perché l’interfaccia con il terreno può cambiare in maniera importante il comportamento della bicicletta e, in definitiva, il risultato finale. Le coperture possono essere dedicate esclusivamente a condizioni di pioggia o di terreno secco e duro. Cambia la dimensione e il posizionamento dei tacchetti della gomma (nel fango devono affondare di più, nei terreni duri un’impronta troppo decisa riduce la scorrevolezza) ma un’importanza fondamentale assume anche la pressione di esercizio delle gomme.
La geometria della bicicletta è pure differente. Il manubrio è simile a quello stradale (l’utilizzo ormai dei comandi integrati ha risolto le differenze che c’erano una volta con i comandi bar end).
Anche la scelta dei rapporti cambia in maniera importante. Non sviluppando altissime velocità la moltiplica anteriore si riduce di dimensione (qualcuno corre anche con la singola moltiplica). Poi ci sono i pedali, quelli preferiti possono essere quelli che permettono l’aggancio su più angoli, modelli da mountain bike o quelli tipo crankbrothers.
Interessante anche la scelta versi i gruppi elettronici utilizzati da più di un’atleta oggi. La prova del nove, se mai servisse, del livello raggiunto da questi componenti. E in fondo, afferma Nys, il ciclocross per la bicicletta è un po’ come la Formula 1 per le automobili.
Ecco il video e, sotto, una galleria fotografica della giornata di gare. La foto d’apertura, scattata da Anton Vos (fotografo molto bravo e fratello della medaglia d’argento, Marianne Vos) è dedicata proprio alla vincitrice della prova Elite: la belga Sanne Cant. Nella galleria di immagini c’è anche la caduta della nostra Arzuffi che è andata ad impattare rovinosamente su un pedale di un’altra atleta. Per lei un taglio sotto l’occhio chiuso con la colla per sutura.
Galleria Fotografica