3 feb 2019 – Chissà se l’aveva premeditata Mathieu Van Der Poel quella gara che, col senno di poi, appare perfetta sul circuito danese di Bodense. Finalmente ha vinto il Campionato del Mondo di ciclocross. Un percorso difficile, come è giusto che sia, ma anche veloce, reso duro dal freddo, infido in molti tratti da guidare con lucidità.
Si è ridotta, come immaginabile, a una gara tra belgi e olandesi. Anzi, nella seconda metà, proprio tra belgi e un olandese: quel Van Der Poel che appare un predestinato, per genia (figlio del fortissimo Adri, nipote addirittura di Poulidor) e abilità tecnica.
In uno dei punti più infidi, una contropendenza scivolosa che sbatteva giù e succhiava energia dalle gambe, è filato come un missile, come se non sentisse la difficoltà. Quando si è in forma sembra tutto più facile, ma lui ha messo in crisi i mostri sacri, gente come Van Aert e Aerts, simili per maglia e cognome, avversari di strada.
L’olandese volava in quella contropendenza a accumulava secondi, una trentina che nel ciclocross sono un abisso. Dietro resisteva solo Wout Van Aert stringendo i denti e poi dosando le forze in una gara andate ben oltre l’ora di durata. Nel gruppo alle spalle rimanevano belgi, olandesi e uno spagnolo, Felipe Orts, poi superato dal tedesco Meisen, sul traguardo degli altri, dopo le nazioni regine del ciclocross.
Si è difeso con i denti il nostro Gioele Bertolini, sedicesimo sul traguardo ma sempre lontano dai primi. È stato anche vittima di una caduta che gli ha fatto perdere qualche posizione.
Redazione Cyclinside