4 ago 2017 – Scarpe rigide oppure no? Nella storia del ciclismo la questione è stata dibattuta spesso e con scelte anche profondamente diverse. Da che si voleva la suola sensibile al pedale, quindi decisamente morbida, alla soluzione rigida, quella che, tutto sommato, è sposata dai corridori moderni anche per avere una distribuzione migliore della spinta su tutta la pianta del piede. Ma ci sono anche vie di mezzo, sensibilità diverse.
Mavic ha fatto uno studio al riguardo. L’azienda francese produce ruote ed ha dimestichezza con la fibra di carbonio. Ma produce anche accessori e, soprattutto, calzature di altissimo livello.
Così ha pensato bene di affrontare la questione “scarpini per il ciclismo” sperimentando il valore della rigidità nelle calzatura.
Lo studio è partito qualche anno fa, nel 2015, collaborando con un corridore del calibro di Daniel Martin.
Rigidità assoluta
La via percorsa da Mavic è stata subito quella della rigidità assoluta, ottenuta grazie a fibra di carbonio di altissimo livello. Serve la rigidità assoluta?
Mavic ha effettuato diversi test al riguardo, individuando un protocollo di ricerca applicato, in maniera identica, a tutti i soggetti fatti rientrare nella ricerca. Il risultato è stato molto interessante ed ha portato alla realizzazione delle nuovissime calzature Ultimate presentate di recente e al debutto finale nelle fiere di settore.
Si tratta, va premesso subito, di calzature particolari che la stessa casa francese presenta come dedicate a utilizzatori di altissimo livello, roba da pro’ insomma. Anche perché nell’utilizzo normale di chi pedala normalmente, le nuove Ultimate possono risultare difficili da gestire. Non è un segreto che con queste calzature Mavic punti tutto sulla prestazione, mettendo da parte anche il comfort.
I test
L’idea alla base delle Ultimate è stata quella di rendere la scarpa un tutt’uno col piede ma anche con il pedale. Per questo motivo si è lavorato su una suola in composito che permettesse una distanza minima tra piede e pedale: appena 4,5 millimetri e con una struttura in composito che va ad avvolgere tutto il piede.
Il test è stato fatto comparando i risultati rispetto alle calzature Cosmic Ultimate, della stessa Mavic e già molto efficienti in questo senso.
I risultati ottenuti hanno parlato di circa il 15 per cento di energia risparmiata, con un guadagno di 4,2 Watt a pedalata. Un numero impressionante, a ben vedere ottenuto come risultato di un test incrementale e massimale ottenuto sulla wattbike e svolto in diverse fasi. Il 70 per cento dei partecipanti al test ha evidenziato un guadagno nella potenza, mentre il 30 per cento ha ottenuto risultati corrispondenti rispetto all’altro tipo di calzatura.
I vantaggi
Dalle prove effettuate è stata messa in evidenza una maggiore mobilità angolare della caviglia con un rendimento più efficace in corrispondenza del punto morto che ha portato, appunto, all’individuazione della maggiore potenza a disposizione del ciclista.
Sul mercato
Mavic ha avviato, con alcuni negozi selezionati, un programma di prova delle nuove Comete per dare la possibilità di verificare le sensazioni di utilizzo delle nuove calzature che, come detto, sono decisamente particolari e insolite rispetto alla media delle altre calzature presenti sul mercato.
Anche il prezzo è fuori della media visto che le Comete vanno al pubblico a 1.000,00 euro circa.
Vengono fornite con il contenitore protettivo comprensivo di due solette e diversi accessori pensati per l’aerodinamica ma anche per le uscite invernali.
Ulteriori informazioni: www.mavic.com
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Redazione Cyclinside