Una cronocoppie che riporta alla mente i fasti del Trofeo Baracchi di una volta. Mathieu van der Poel non è uno che sa stare fermo in mezzo al gruppo quando sente la gamba buona. E tra una tappa per velocisti e una di montagna si inventa una fuga a due, col fido Jonas Rickaert per vedere, non certo di nascosto, l’effetto che fa. I due della Alpecin sono arrivati ad avere fino a cinque minuti di vantaggio correndo col cuore in gola.
Vento laterale e non contrario e si viaggiava sopra i 48 di media. Roba folle col rischio di ventagli, che come il gruppo affondava un po’ sul gas si notava il rischio di perdere le ruote e trasformare i secondi in minuti.

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Tensione in gruppo
In gruppo c’era abbastanza nervosismo, per paura del vento, da voler stare davanti con la forza sufficiente a rendere vani gli sforzi dei due davanti. Peccato, immaginando altre tappe dallo svolgimento tattico diverso, sempre da Tour de France, la loro idea poteva non essere così folle. Ma forse, per quest’anno, VdP ha già goduto abbastanza della magnanimità del gruppo che gli ha pure restituito, seppur per un giorno e seppur per un solo secondo, la maglia gialla.
Ha altri pensieri la maglia gialla, a cominciare dalla perdita di Almeida, arreso ai dolori che porta dietro da qualche giorno.

Fatica e stimmate da campioni per i due davanti. Il marchio della fatica, per van der Poel, molto più rispetto al suo compagno di squadra, è la quantità di sale stampata sul suo body: segno di una dispersione di sali superiore rispetto ad altri. Segno di un potenziale problema di crisi che non si riesce a compensare con la sola acqua che VdP ha pure continuato a chiedere alla moto di assistenza.
In due hanno viaggiato a quasi cinquanta all’ora, così ha scandito radio corsa oltre la più ottimistica previsione della cronotabella.
Il vantaggio della speranza
Dietro hanno inseguito a tutta e poi si sono fermati, concedendo di nuovo oltre il minuto di vantaggio al tandem in fuga che sembrava ormai spacciato quando il gruppo era arrivato a una trentina di secondi.
A sei chilometri dall’arrivo l’ultima tirata di Rickaert ha lanciato van der Poel per l’ultima sparat possibile. Per il gregario della Alpecin il premio della combattività.
Van der Poel ha tenuto fino all’ultimo chilometro, ci abbiamo sperato un po’ tutti, sarebbe stata un’impresa ma gli sono mancati 800 metri. A 50 di media il gruppo gli è piombato addosso per una volata che non sembrava più scontata. Vittoria a Tim Merlier che ha sopravanzato Jonathan Milan.
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