20 mar 2021 – A fare la differenza, alla fine, si è aspettato il Poggio, anche se le attese facevano pensare ad altro. Ma non si può certo dire che questa Milano Sanremo non sia stata combattuta. Il finale è pazzesco e rocambolesco. Tra i troppi galli davanti è Jasper Stuyven ad azzeccare l’allungo giusto. Dietro a lui Caleb Ewan, poi Van Aert e un ottimo Peter Sagan
Fredda MIlano alla partenza, ma con sole e niente nevischio che pure minacciava i dintorni giusto un giorno prima. Pronti via e tutti in gruppo, poi in fila, poi via la fuga che ancora si pedala sul Naviglio milanese.
Il racconto della corsa
C’è tanta strada davanti, ma dopo aver fatto andare via la fuga col contagocce il gruppo si mette a controllare la fuga cui non si lasciano più di sette minuti e mezzo. Altro che passeggiata verso la riviera ligure, il passo è già allegro e aiuta a scaldare le gambe congelate. Un ritmo che promette corsa faticosa e dura che i protagonisti vogliono tenere sotto controllo.
Certo è insolito vedere il gruppo, pancia a terra, a 250 chilometri dall’ arrivo: duecentocinquanta, e già in fila indiana. E c’è anche vento a complicare le cose e a togliere energie.
Piano piano il vantaggio degli otto fuggitivi di giornata si è andato assottigliando, senza sussulti sul Giovo, salita inedita dopo l’impraticabilità del Turchino. Davanti sono scappati in otto: Planet, Van der Hoorn, Jorgensen, Viel, Tagliani, Conci, Tonelli e Peron.
L’arrivo sulla riviera ha visto ancora la fuga con un vantaggio altalenante, davanti a ripartire e dietro a lasciare un po’ di corda per non piombare subito sui primi.
Ultimi 50 chilometri
Il ritmo, se possibile, cambia all’avvicinarsi di Capo Mele, il primo dei capi che scuotono il percorso e fanno alzare le antenne al gruppo. Davanti iniziano a staccarsi i corridori più stanchi, prima Viel, poi Peron che perdono il passo. All’imbocco della Cipressa (Costa Rainera) davanti rimangono in quattro: Tonelli, Van der Hoorn, Norsgaard e Conci con una ventina di secondi di vantaggio. Ben presto rimane solo Taco Van der Hoorn, ultima bandiera di una di una fuga ormai scomparsa. La gloria, per lui, finisce ai 24 chilometri dal traguardo.
Sulla Cipressa sono Jumbo Visma, Bora e Ineos a tirare. È proprio la formazione inglese a mettersi al comando in discesa e a dare un ritmo fortissimo dopo aver menato a tutta in salita.
Un marcamento stretto quello dei protagonisti: individuato uno nel gruppo, ecco attorno tutti gli altri.
È Filippo Ganna a menare a tutta sul Poggio, al punto che nessuno riesce a scattare (e Van Der Poel lo ha preso pure un po’ troppo dietro).
È Alaphilippe a scattare per primo seguito da Van Aert e poi arriva Van der Poel con uno scatto spaventoso. A rilanciare è Van Aert. La discesa inizia con i migliori davanti, tra cui un preoccupante Caleb Ewan.
Sull’Aurelia ci prova furbamente Stuyven che infventa un numero pazzesco, lo riprende Kragh Andersen ma è poi battuto in volata.
RISULTATO FINALE
1 – Jasper Stuyven (Trek – Segafredo)- 299 km in 6h38’06” alla media di 45.064 km/h
2 – Caleb Ewan (Lotto Soudal) s.t.
3 – Wout van Aert (Jumbo-Visma) s.t.
4 – Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) s.t.
5 – Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) s.t.
Redazione Cyclinside