28 gen 2021 – Il CPA, l’Associazione Internazionale dei Corridori, alza la voce, per bocca del suo presidente, Gianni Bugno, per quanto riguarda la questione Groenewegen.
Quali sono i fatti?
Dopo il terribile incidente al Giro di Polonia che ha visto la caduta terribile di Fabio Jakobsen dopo essere stato stretto sulle transenne da Groenewegen, il corridore olandese è stato pesantemente squalificato. Ok, la scorrettezza c’era pure, ma non più di altre volte (a volte nemmeno sanzionate, ne avevamo parlato qui), ma il problema vero era l’assoluta pericolosità delle transenne poste a filo della ferrovia, troppo leggere e apertesi come grissini all’impatto del corridore. Polemiche anche sulla scelta dell’arrivo, in leggera discesa, quindi ad altissima velocità per una volata.
In tutto questo l’azione dell’UCI è stata nei confronti di Groenewegen, squalificato per nove mesi con una sentenza che evidentemente ha tenuto conto delle conseguenze più che dell’azione. Molto discutibile.
Il risultato di dipingere il corridore olandese come unico responsabile dei danni riportati da Jakobsen portato molti tifosi ad andare sopra le righe, fino a far arrivare minacce dirette al corridore e ai suoi familiari: inaccettabile.
Ecco cosa ha detto Gianni Bugno in vista del Consiglio del Ciclismo Professionistico in programma il 2 e 3 febbraio prossimi:
«Ho letto le minacce ricevute da Dylan Groenewegen dopo l’incidente al Tour de Pologne e appreso dalla stampa che è stato posto sotto scorta dalla polizia che ha temuto il peggio per lui e i suoi cari. Quanto accaduto è inammissibile, indegno e indecoroso. Le parole e le azioni hanno un peso e quelle che sono state rivolte a questo ragazzo sono inaccettabili. Il dito va puntato contro le transenne pericolose che hanno determinato la gravità della caduta in cui a riportare le conseguenze più gravi è stato Fabio Jakobsen. Dylan ha commesso un errore in corsa che ha pagato caro, anzi a oggi è l’unico ad aver pagato per quanto accaduto sul traguardo di Katowice. Detto questo, auspico che le polemiche appartengano ormai al passato e che scontata la pena inflittagli tutto il gruppo lo riaccoglierà con amicizia e comprensione» commenta il due volte campione del mondo.
Responsabilità
Il CPA ha sollecitato più e più volte all’UCI sanzioni esemplari per gli organizzatori che hanno dimostrato una evidente carenza, ma finora Groenewegen resta l’unico ad aver ricevuto una squalifica. La sicurezza in gara dei corridori è uno dei temi chiave che nei prossimi giorni verrà dibattuto nel meeting che riunirà tutte le componenti del mondo del ciclismo della massima categoria. Dopo le proposte avanzate nei gruppi di lavoro riunitisi tra ottobre e dicembre 2020, è finalmente il momento che dalle parole si passi ai fatti.
«Il primo punto della nostra lista di richieste che auspichiamo vivamente diventino operative il prima possibile riguarda le barriere che devono essere omologate e certificate, devono costituire una protezione per gli atleti che presi dalla foga della competizione possono anche sbagliare, come purtroppo successo a Dylan il 5 agosto dell’anno scorso – prosegue Bugno. – Come movimento dobbiamo fare tutto quanto è possibile per assicurare la sicurezza delle manifestazioni e dei loro attori principali. È nostro dovere evitare il dolore fisico e morale che hanno vissuto e stanno vivendo Fabio, Dylan e tanti altri ciclisti e cicliste anche delle categorie minori».
RC