30 gen 2017 – Sul finire dello scorso anno si era parlato di qualche novità riguardante il doping meccanico. Ecco una prima svolta che sembrerebbe promettere anche altro in un futuro sempre più vicino. Il network televisivo americano CBS è andato a Budapest a intervistare Istvan Varjas, l’inventore del motorino elettrico per biciclette da corsa che può essere occultato perfettamente all’interno del telaio e, come confermato dalla trasmissione stessa, in maniera anche completamente silenziosa o comunque sufficientemente da essere coperto dal rumore della catena. Il sistema si può attivare, come ha spiegato Varjas al giornalista della CBS, anche tramite il misuratore della frequenza cardiaca quando il battito sale oltre una certa soglia.
Sistemi che, secondo la convinzione di Varjas, sono stati utilizzati in gara. I sospetti sono per il Tour de France del 2014 e del 2015 quando sarebbero stati addirittura 12 i ciclisti ad aver beneficiato del motorino. Lo stesso Varjas, nell’intervista dichiara di non aver mai venduto sistemi motorizzati a corridori professionisti, ma certamente non può sapere se altre biciclette da lui vendute non siano finite nelle mani di qualche ciclista professionista. Al tempo stesso ha dichiarato che il primo motore interno al telaio lo ha realizzato nel 1998 quando un suo amico ha trovato un acquirente anonimo che gli ha offerto circa due milioni (!) di dollari per fornire il sistema senza darlo ad altri e neanche parlarne per dieci anni e alla domande se pensasse che il motore sia stato utilizzato a partire da allora ha risposto: “penso di sì”. E certamente chi offrirebbe una tale cifra se non ne avesse un guadagno? Nel 1998 e dintorni non sono state messe in vendita biciclette motorizzate (come sta avvenendo adesso con modelli perfettamente legali se non utilizzati in gara).
>>> Dossier biciclette truccate
Chi ha usato il motorino e come individuare i colpevoli? Secondo Varjas c’è da verificare il peso delle biciclette, soprattutto delle ruote, l’ultima frontiera del doping meccanico, che dovrebbero pesare 800 grammi in più delle ruote tradizionali appesantendo tutta la bicicletta. E proprio nel Tour del 2015 c’erano alcune biciclette del team Sky più pesanti di un valore del genere secondo quanto detto nella trasmissione. Ma la giustificazione data dalla squadra è stata per la scelta di soluzioni aerodinamiche differenti e più pesanti e negando – ovviamente – l’utilizzo di un sistema motorizzato. Problema che comunque non venne risolto perché l’UCI non permise di pesare separatamente le ruote.
Insomma, un bel pasticcio, per ora senza prove certe (le chiacchiere, inutile dirlo, non valgono) ma con un cerchio che sembra stringersi sempre di più.
Staremo a vedere.
Intanto per chi volesse seguire i video CBS, ecco il link:
http://www.cbsnews.com/news/60-minutes-preview-enhancing-the-bike/
Redazione Cyclinside