di Ale Galli
Se c’è una cosa – si fa per dire – positiva di questo periodo di pandemia è che il mondo della bicicletta ha tratto dei grandi vantaggi generali. Lo dimostrano non solo i dati di vendita, schizzati alle stelle nel nostro paese ma anche altrove, ma anche il fatto che per molte città la necessità di decongestionare i mezzi pubblici è diventata l’opportunità per mettere in campo scelte politiche in favore di una mobilità più ciclabile.
L’esempio più noto è quello della famosa ciclabile di Corso Buenos Aires a Milano, che ha fatto e fa parlare tantissimo di sé essendo stata persino oggetto di un “martellamento” durante la recente campagna elettorale per il nuovo sindaco del capoluogo lombardo. Nonostante le polemiche, però, la conferma di Beppe Sala al ruolo di “City Manager” di Milano, raggiunta al primo turno con quasi il 60% dei consensi, ha dimostrato come il “fattore bici” sia ormai determinante per chi vuole essere premiato dall’elettorato nel momento in cui si propone ad amministrare un territorio.
La bicicletta conviene
È in questo contesto che s’inserisce Cambio, il magniloquente Biciplan approvato dal Consiglio di Milano Città Metropolitana (l’ente che ormai da diversi anni ha sostituito la Provincia di Milano) nella seduta del 28 novembre 2021. Un progetto gigantesco, epocale, che vede Milano e il suo hinterland impegnati in un lungo percorso per realizzare una rete ciclabile di ben 750 (settecentocinquanta) km che andrà a collegare i servizi, i punti d’interesse, i parchi dei 133 comuni che fanno parte dell’area metropolitana di Milano.
Il costo? Solo 250 milioni di euro. E scriviamo “solo” per tre ragioni. La prima è che 1 km di Cambio costerà alla collettività circa 350.000 euro, contro i 38 milioni a km che è arrivata a costare l’autostrada Bre.Be.Mi.. La seconda è che la Città Metropolitana di Milano, alle condizioni attuali, “produce” in tasse tale cifra in sole due settimane di lavoro. La terza, infine, è che nell’analisi “costi – benefici” attualizzata al 2035 (anno ipotizzato da quel che capiamo come orizzonte dei lavori) a fronte di una riduzione di entrate e accise di 143 milioni di euro sono stati previsti 1,23 MILIARDI di euro di risparmi, con un clamoroso sbilanciamento positivo di ben 1,1 miliardi di euro. Insomma, pedalare conviene anche dal punto di vista economico, e non solo per quegli aspetti “green” o di tipo salutistico con i quali di solito viene identificata. Lo sanno bene i commercianti che esercitano davanti a una ciclabile (ne parleremo).
Venti (anzi ventiquattro) di cambiamento
Ma come funziona Cambio? Nel Biciplan presentato dall’azienda di consulenza Decisio, che potrà contare sui fondi del PNRR, sono previste ben 24 linee di superciclabili intercomunali, collegate tra di loro come linee della metropolitana. Un progetto che colloca la Milano del futuro al livello delle grandi capitali europee, come Parigi, Londra, Berlino, già da anni al lavoro su questa tematica di “ciclabilizzazione” o di “biciclettizzazione” del territorio (scegliete il termine che preferite, servirà per spiegarlo agli amici).
Le supercilabili collegheranno comuni e punti d’interesse del territorio metropolitano secondo questo schema:
- 16 linee radiali (Linee 1 – 16) che andranno da Milano verso il territorio.
- 4 linee concentriche (Linee C1 – C4) che collegheranno i comuni dell’hinterland più prossimi a Milano.
- 4 linee green (Linee G1 – G4) che permetteranno di spostarsi all’interno di corridoi verdi e verso i parchi della Città Metropolitana.
Ogni linea è stata presentata in dettaglio, con le “fermate” nei punti d’interesse e con le indicazioni di quello che si trova (dal punto di vista degli abitanti, delle imprese, dei servizi, ecc.) nel raggio di 1 km da Cambio, parametro che è stato utilizzato per la tracciatura delle linee e che tocca oltre l’80% di tutto ciò che vive, si sposta e produce all’interno di Milano Città Metropolitana.
Tutto è spiegato molto bene nel documento di presentazione, che v’invitiamo a scaricare qui, dato che è molto ricco di spunti generali in merito alla progettazione della mobilità.
Obiettivi ambiziosi
L’obiettivo finale, come annunciato alla stampa, è ambizioso: “Prevede di aumentare la quantità degli spostamenti in bicicletta e raggiungere almeno il 20% dei totali e il 10% di quelli intercomunali”. Per farlo si punterà anche sulla tecnologia, dato che le superciclabili saranno dotate di fibra ottica per tutte le possibili soluzioni smart (ma non guardate Netflix mentre pedalate!) e – come già ampiamente sperimentato all’estero – si “caricheranno” di giorno per autoilluminarsi di notte.
L’impegno, insomma, è davvero poderoso e mette Beppe Sala sullo stesso piano di altri sindaci che hanno puntato molto, in altri grandi città europee, sulla mobilità ciclabile, come Hanne Hidalgo a Parigi, Ada Colau a Barcellona o il Boris Johnson a Londra. Riuscirà il City Manager di Milano Città Metropolitana a raggiungere questo epocale traguardo? Resisterà tutto questo alle inevitabili “martellate” che arriveranno dai soliti noti? Solo il tempo lo dirà. Di certo, Cambio è un nome azzeccato per un progetto che ha tutte le carte in regola per cambiare – ovviamente in meglio – le vite dei milanesi, e pone prepotentemente Milano come punto avanguardista sulla ciclabilità nel panorama italiano. Ogni proselito sarà ben accetto.
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1 dic 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside