Alcune cose sono in antitesi rispetto a una cronometro “pura”: le salite, le curve e la pioggia. Se la prima cosa, per fortuna, mancava nelle gare a cronometro di Parigi 2024, non sono mancate le altre due. E se a Giove Pluvio non si può comandare, quella delle curve è stata una scelta a favore dello spettacolo nella speranza del compromesso migliore. In fondo sono pure spettacolari i cronoman nelle loro posizioni sparate ad affrontare le curve. E il ciclismo che ha perso Parigi come ultima tappa del Tour de France, l’ha recuperata proprio con questa cronometro che, però, è piaciuta poco a tutti, a cominciare dai Parigini.
Si sa che quando le corse vanno in città si complicano le cose per il traffico ma, in questo caso, hanno storto la bocca pure i ciclisti visto che le città sono fatte più di curve che di rettilinei.

Chi ha disegnato il percorso, anzi, ha trovato bei rettilinei per quanto possibile, ma una cronometro assoluta è altro.
Poi la pioggia. Cicliste prima e ciclisti poi, si sono trovati costretti a fare le curve con prudenza, letteralmente sulle uova e non sempre è bastato. Pochi gradi di inclinazione hanno causato più di una caduta. Scivolate ininfluenti sul fisico ma inesorabili sul cronometro.
Per la cronaca la nostra Elisa Longo Borghini si è piazzata ottava nella prova a cronometri vinta dall’australiana Grace Brown.
Poca eleganza per cronometriste e cronometristi in questo pedalare prudente dove avrebbero voluto aggredire la strada, ma il meteo, almeno, è stato uniforme per tutte e tutti.
Bettiol è partito presto e ha collaudato la strada per Ganna, compresa una svirgolata da brividi, per fortuna controllata.
Parigi 2024: il trionfo di Remco Evenepoel | Cyclinside.it
Una sfida a tre, più uno
Evenepoel, Tarling e Ganna erano i tre più accreditati in mattinata, poche speranze per gli altri che pure hanno fatto miracoli sulle strade scivolose della capitale francese. Moltiplica mostruosa per Tarling con una corona da 68 denti, doppia ruota lenticolare per Van Aert che lo premia.

Perfetti in bicicletta Ganna – fermo come una roccia in posizione aerodinamica – ed Evenepoel. Vita complicata per Tarling che ha dovuto cambiare bicicletta nei primi chilometri di gara per una foratura sulla ruota anteriore. Ganna ha rischiato pure di cadere per una svirgolata terrificante domata per miracolo a causa di un cordolo. Abbastanza per andare piano nelle curve successive che rivedrà a lungo per quella manciata di secondi lasciata ad Evenepoel.

Chi non è sembrato avere paura delle curve Remco Evenepoel, che di solito in curva non è il massimo, ma quando condizione e concentrazione sono al massimo riescono anche queste cose. L’oro è del belga che ha resistito alla rimonta mostruosa di Ganna che, per un attimo, era sembrato anche fuori dal podio.
Ottima la prova di Filippo Ganna. Con un po’ più di cattiveria forse, senza quella svirgolata forse. Ma non è certo con i se che si vincono le corse, soprattutto rispetto a un fenomeno come Evenepoel che sarà pure meno potente di Ganna ma è più piccolo e aerodinamico e ha una grinta pazzesca. Per il nostro, secondo sul podio, la consolazione agrodolce di essere la prima medaglia azzurra ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 che ci siamo goduti il minimo sindacale visto che la regia, nel momento dell’arrivo dei migliori, ha iniziato a indugiare sui monumenti parigini.
Manco volessero superare la spettacolarità dell’arrivo del Giro d’Italia a Roma.
Il recupero di Filippo Ganna
Una cosa importante ce l’ha detta questa prova: Filippo Ganna c’è e al massimo della forma. Il recupero finale gli ha permesso di distanziare gli avversari e rimanere vicino ad Evenepoel, pur non riuscendo a superarlo. Ottimismo in più che ci mettiamo da parte per le prossime prove su pista dove il quartetto azzurro dell’inseguimento sarà chiamato a difendere il titolo olimpico.
Classifica
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