Alla fine ha vinto il fenomeno olandese. Van der Poel era tra i favoriti, ma la Roubaix del 2023 ha visto accadere un po’ di tutto. Dalla foratura di Laporte, ancora lontani dal traguardo, ma in grado di sbilanciare gli equilibri, a quella di Van Aert, quando il belga si era ormai involato con Van der Poel. Poi la caduta discussa di Dagenkolb, rimbalzato proprio su Van der Poel. Dietro Ganna a difendersi come poteva, faticando più degli altri sul pavé. Ma Van der Poel se l’è meritata per come ha guidato la bici nei momenti critici, rischiando anche oltre misura.
Il re di Roubaix è lui. Dietro Philipsen, poi Van Aert. Sesto il nostro Filippo Ganna.
La cronaca
I corridori vedono le stelle. Quelle che quantificano la difficoltà dei 29 tratti di pavé e quelle di dolore. Parigi Roubaix bagnata, no asciutta, polvere?
C’è di tutto a dire il vero. Nei giorni scorsi ha piovuto e inzuppato tutto, poi il sole e la temperatura quasi mite ad asciutare. Col risultato di avere il pavé addirittura con la polvere ma fango scivoloso a bordo strada che rende inevitabili le difficoltà. E allora aumentano le stelle, quelle del dolore che prova anche Peter Sagan, sbattuto a terra con violenza nei primi tratti di pavé nervoso, col traguardo ancora lontano.
Alta la media, si sfiorano i cinquanta all’ora al punto che andare in fuga è quasi impossibile. E quando ci provano quattro avventurieri devono fare fatica per tenere un margine risicato sul gruppo che pure avrebbe interesse a lasciarli fuori. Koch, Gee, Bax e Hollmann cercano di giocare la parte delle vittime sacrificali alla tattica di gara. Ci sono sempre delle vittime sacrificali ma, in realtà, in una gara così, ci si scommetterebbe qualcosa volentieri per quel po’ di gloria davanti.
Il gruppo li lascerebbe pure andare, ma poi c’è da stare davanti per prendere, in zona sicura nel gruppo, i tratti di pavé e allora non ci si rilassa. Fosse almeno partita prima la fuga, invece è andata via a pochi chilometri dal tratto numero 29, il primo di quel basolato infido e storico.
La litania dei tratti di pavé è una serie di volate continue, come una tipo pista per arrivare indenni e forti alla foresta di Aremberg. In realtà van Aert gioca d’anticipo allungando proprio nel tratto precedente la Foresta spiazzando le tattiche di tutti e soprattutto gli avversari diretti, tranne Van der Poel che recupera subito.
Entrando nella foresta nel gruppo si cade, Van Baarle a terra, Ganna è passato e nello sparpaglio scappa via Pedersen, però fora anche Laporte che rimane dietro. Van Aert (e anche Van der Poel) decidono di non tirare per aspettare Laporte, ma intanto rientra anche Mads Pedersen scappato proprio dentro la foresta.
Tra fatica e vento Ganna recupera sui primi, grande selezione dietro. Nel caos attorno ad Aremberg, intanto, è stata ripresa anche la fuga che anticipava la corsa prima che iniziasse la “guerra” tra i big.
Aremberg definisce la corsa
Nella corsa che si è definita ad Aremberg rimangono in tredici davanti: W. Van Aert, S. Küng, M. Van Der Poel, J. Philipsen, G. Vermeersch, F. Ganna, M. Pederse,n J. Koch, J. Degenkolb, S. BaxM. R. Walscheid, J. Hollmann e L. Rex.
Van Aert che aveva scatenato la bagarre si ritrova senza compagni, mentre Van der Poel ne ha due. Da solo anche Filippo Ganna.
Attacca Van der Poel, risponde Dagenkolb, Van Aert risponde un po’ dopo e Ganna si fa sorprendere, ma rientra da cronoman.
Uno, due e tre: Van der Poel attacca e riparte. Van Aert sempre a ruota e dietro si fa fatica. E si rientra, una, due e tre volte. Poi di nuovo tutti insieme verso il Carrefour de l’Arbre.
Carrefour de l’Arbre, il verdetto
È qui che succede di tutto. Nel Carrefour de l’Arbre Van der Poel fa il funambolo e finisce per toccarsi con Dagenkolb che cade. Un po’ troppo deciso forse Van der Poel, peccato per Dagenkolb che stava andando fortissimo. Subito dopo attacca Van Aert con Van der Poel subito dietro. Poco prima della fine del pavé Van Aert fora e Van der Poel si invola. Non ci sarà più niente da fare anche se dietro si ricompattano.
Nell’ultimo attacco Van Aert dimostra che ne avrebbe avuto ancora per giocarsela, se mai ci fosse il dubbio, non può che seguirlo Philipsen he poi lo batterà nella volata per il secondo posto, subito dopo aver applaudito Van der Poel che sta già festeggiando dopo gli ultimi chilometri “a cronometro”.
L’Inferno del Nord porta al Paradiso e fa segnare anche la media record di 46,841.
1 | MATHIEU VAN DER POEL | 21 | ALPECIN-DECEUNINCK | 05H 28′ 41” | – | – | – |
2 | JASPER PHILIPSEN | 25 | ALPECIN-DECEUNINCK | 05H 29′ 27” | + 00H 00′ 46” | – | – |
3 | WOUT VAN AERT | 7 | JUMBO-VISMA | 05H 29′ 27” | + 00H 00′ 46” | – | – |
4 | MADS PEDERSEN | 51 | TREK – SEGAFREDO | 05H 29′ 31” | + 00H 00′ 50” | – | – |
5 | STEFAN KÜNG | 11 | GROUPAMA – FDJ | 05H 29′ 31” | + 00H 00′ 50” | – | – |
6 | FILIPPO GANNA | 41 | INEOS GRENADIERS | 05H 29′ 31” | + 00H 00′ 50” | – | – |
7 | JOHN DEGENKOLB | 91 | TEAM DSM | 05H 31′ 16” | + 00H 02′ 35” | – | – |
8 | MAXIMILIAN RICHARD WALSCHEID | 151 | COFIDIS | 05H 32′ 12” | + 00H 03′ 31” | – | – |
9 | LAURENZ REX | 196 | INTERMARCHÉ – CIRCUS – WANTY | 05H 32′ 16” | + 00H 03′ 35” | – | – |
10 | CHRISTOPHE LAPORTE | 3 | JUMBO-VISMA | 05H 32′ 52” | + 00H 04′ 11” | – | – |