C’è un po’ di confusione generale fra i ciclisti del fuoristrada sulla guida nel fango e neve, e questo lo si vede molto chiaramente dalla scelta delle gomme utilizzate. Molte persone infatti vanno a cercare pneumatici di sezione molto allargata per affrontare il fango, mentre la cosa da fare sarebbe essenzialmente l’opposto, ovvero montare gomme più strette in modo da fendere il fango. Non a caso le bici da fango per antonomasia sono le ciclocross – e non le mtb – con le gomme da 33 mm.
E nella neve? Il discorso si fa complesso a causa delle differenti tipologie di neve. E se la bici da neve per eccellenza rimane la fat bike, in grado di galleggiare sulla neve fresca, questa non si rivela la miglior scelta su neve battuta o ghiacciata, meno che mai nella neve misto a fango.
La guida nella neve richiede grande equilibrio, ma non tanto per sopperire alla scarsa aderenza come si può credere, quanto piuttosto per seguire la linea battuta. Se per esempio affrontiamo una strada gravel coperta di neve dove sono passati dei mezzi fuoristrada, avremo l’interno e l’esterno della careggiata con neve morbida ed il solco delle ruote da seguire con precisione per sfruttare il lavoro di compressione fatto dai mezzi pesanti. È chiaro che appena si tocca la neve morbida dai lati si finisce per fermarsi di colpo se non addirittura capottare.
La neve compressa offre un’ottima scorrevolezza e non richiede assolutamente gomme più larghe del solito. Quando si affrontano le gare di ciclocross si ottiene spesso un canale battuto dove si pedala molto velocemente e dove forse la maggior parte dello sforzo viene dalla concentrazione altissima che si deve avere per seguire fedelmente la traccia. Le velocità sono comunque alte ed è molto difficile superare. Per superare bisogna aspettare un tratto che sia stato battuto su più piste o che sia rimasto senza una traccia definita, con un suolo battuto sotto e uno strato di neve fresca al di sopra. In questo caso la guida della bici assomiglia molto a quella delle zone fangose, con la bici che in parte galleggia ed in parte fende lo strato di neve fresca. E quindi anche qui una gomma eccessivamente larga può risultare a tratti un aiuto nel momento in cui si galleggia, ma in altri un freno, in quanto si tende a galleggiare anche dove una gomma stretta potrebbe infilarsi nella neve e mantenere una migliore direzionalità e guidabilità.
Anche la tassellatura degli pneumatici può variare fortemente a seconda della tipologia della neve. Su neve fresca infatti sarebbe consigliabile una gomma in stile fango, con tasselli alti ma distanti fra loro, in grado di scaricare poi la neve che rimane impigliata fra i tasselli. Se la neve è ghiacciata invece l’unica soluzione rimangono le gomme chiodate, che sono però vietate in gara. E non potendo usare i chiodati spesso il tassello assume poca importanza, perché dove la tenuta è pressoché zero non si riesce a ribaltare le cose con la scolpitura della gomma, e quindi meglio in questo caso una gomma quasi estiva, con una tassellatura più fitta, dove però l’aderenza viene recuperata giocando con la pressione di gonfiaggio bassa.
21 dic 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside
(foto da uff. stampa coppa del mondo di Vermiglio – Vitesse)
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