La violenza di genere diventa un tema ciclistico con Paolo Bettini e Marinella Bargilli che hanno organizzato, a Firenze, il “Pedale Rosso”.
Hanno pedalato domenica 17 novembre nonostante la pioggia con un messaggio forte e con partecipanti importanti come Yuldoz Hashimi, una delle atlete afgane aiutate da Alessandra Cappellotto. E c’era anche l’ex campionessa del mondo del 1997 a partecipare, assieme ad Alessandro Ballan, il governatore della Toscana Eugenio Giani e il capo di gabinetto Cristina Manetti.
Lo sport per sottolineare un’uguaglianza che in troppe parti del mondo e nella cultura di molti non è ancora cosa scontata. Lo sport è una via per una strada ancora lunga ma dall’obiettivo preciso.
All’arrivo in Piazza Duomo è stata inaugurata l’opera “L’ATTESA”, installazione luminosa in pura pop art dell’artista Marco Lodola, che è stata realizzata appositamente per la Toscana delle donne e Pedale Rosso.
Nella stessa occasione inoltre è stato consegnato a Marianella Bargilli e Paolo Bettini il premio “Pegaso della Toscana delle Donne” per l’evento Pedale Rosso.
Marianella Bargilli, ideatrice dell’evento, racconta: «L’iniziativa “Pedale rosso” è nata dalla passione che ho per lo sport, in particolare il ciclismo, che ho voluto far diventare un simbolo della libertà, dell’unione, della condivisione. Sono un’attrice e oggi, pedalando con altre persone, mi sembra proprio di realizzare unospettacolo dal vivo. In questo modo sento di portare avanti un obiettivo, quello della lotta contro la violenza digenere. Pedale rosso non si ferma: questa è la prima tappa di un viaggio che ci porterà a pedalare in tantecittà d’Italia per urlare il nostro messaggio. Ringrazio Cristina Manetti che ha creduto in questo».
Paolo Bettini conclude: «La passione che io e Marianella condividiamo per la bicicletta le ha fatto venire l’idea di mettere insieme molte persone, di tutte le età, unite in una grande pedalata per la parità dei diritti. Cristina Manetti ha subito sposato l’idea. Il nome “Pedale rosso” nasce invece da una mia intuizione: il rosso ricorda la lotta e anche il sangue, purtroppo, delle violenze. Il pedale è il mezzo attraverso cui la bicicletta si muove, il
più ecologico e globale. Sono felice che Yuldoz Hashimi, ragazza afghane con una storia eccezionale, arrivata nel nostro paese grazie ad Alessandra Cappellotto, sia qui con noi al debutto di “Pedale rosso”, che continuerà il suo viaggio in tutta Italia»