15 mar 2018 – Lo scorso anno, Peter Sagan, dopo aver perso di qualche millimetro la Milano Sanremo in una volata pazzesca appariva sereno e tranquillo lì dove qualsiasi altro corridore, umanamente, avrebbe imprecato a quei millimetri che lo hanno separato dalla gloria.
«Non è tanto importante una vittoria – aveva dichiarato – quanto far divertire le persone che si appassionano al nostro sport».
Ecco, se c’è un campione perfetto è quello che, oltre a essere forte e ad avere una costanza di rendimento (quindi diventare riconoscibile e simbolo di uno sport anche per chi, normalmente, non segue quella disciplina) è quello che sa dare spettacolo mentre vince.
A parlare di Peter Sagan vengono in mente campioni come Alberto Tomba e, ancora di più, Valentino Rossi. Gente che ha sempre fatto sembrare “divertente” il proprio sport. Anche quando questo comporta inevitabilmente sacrifici. E a correre in bicicletta, ma a primeggiare in qualsiasi sport, i sacrifici servono. Anche se ne vale la pena, anche se portano tanti soldi, occorre non abbassare mai la guardia.
Perché in mezzo a tanti che lo sport lo vivono drammaticamente, quello che si diverte riporta tutto a una dimensione diversa e di festa. Ma non nega la fatica, per cui non bisogna prendersela come se stesse banalizzando una cosa importante. Anzi, fa spettacolo e fa strabordare il ciclismo al di fuori del suo vaso. Pochi ciclisti ci sono riusciti e solo grandi campioni. Più in generale si può dire lo stesso di tutti gli sport. Quando un atleta supera il suo stesso sport è un personaggio completo e fa bene allo sport tutto. Figuriamoci al ciclismo.
Tanto più che anche noi, in molte occasioni, ci troviamo a seguire le corse pensando “chissà cosa farà ora Sagan”. Un po’ come il commento di Silvio Martinello nella penultima tappa della Tirreno Adriatico quando ha visto che Sagan, dopo quel numero funambolico per restare in bicicletta senza cadere, stava rientrando sul gruppo e aveva capito che in qualche modo sarebbe arrivato a disputare la volata. “Ora godiamoci lo rimonta di Sagan” ha detto il commentatore della Rai. O qualcosa del genere, ma il senso era chiaro.
E Sagan non ha deluso.
Sabato c’è la Sanremo. Nei bar qualcuno inizia a parlarne.
C’è Sagan, vero?
GR