Nella tappa più lunga del Giro d’Italia la pioggia l’ha fatta da protagonista causando una caduta collettiva a più di 60 chilometri dal traguardo. Strada liscia ma resa scivolosa dalla pioggia che non ha pulito la strada rendendola quasi impraticabile. Alla fine la spunta Groves, ma la polemica è dietro l’angolo, anche per il tempo che si è concesso Pedersen sfruttando la neutralizazione.
Tanti corridori a terra, Hindley in ambulanza e corsa a lungo neutralizzata per aspettare tutti quelli attardati per la caduta. Corsa ferma, piede a terra e poi ripartenza a 59 chilometri dal traguardo con promessa di neutralizzazione del tempo, nessun tempo massimo né punti.

Il tema tattico della tappa è la presenza della Visma in testa a tirare per cercare la volata a tutti i costi, l’unico trofeo, neutralizzato tutto è rimasto il traguardo. Chissà, forse si è esagerato un po’ nella prudenza ma, al Giro, ormai, siamo abituati.
Brutto, però, vedere Pedersen rallentare vistosamente a più di 20 chilometri dal traguardo sfruttando la neutralizzazione totale. Alla maglia rosa si deve più rispetto, non si scappa.
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